Ex Ilva, ipotesi finanziamento dello Stato per convincere ArcelorMittal a restare

“Al momento la strada di trattare con ArcelorMittal sugli esuberi è quella prioritaria: lo Stato può farsi carico di una cassa integrazione più grande, ma a patto che gli indiani tornino al tavolo delle trattative, visto che siamo anche disposti a rivedere le condizioni con uno sconto sul prezzo di affitto dell’azienda”. Lo ha dichiarato il premier Giuseppe Conte ai vertici commissariali dell’ex Ilva. L’ipotesi trapelata è quella di un intervento finanziario dello Stato, forse attraverso Cdp.

“Ho visitato tutti gli impianti, per rendermi conto del ciclo produttivo, ho visto anche familiari di persone decedute, tutti abbiamo delle colpe, la politica, le istituzioni, purtroppo questa è una comunità ferita in cui si è creata una frattura fra il diritto al lavoro e il diritto alla salute, è un ricatto che non può essere accettato, il problema è che qualsiasi investimento produttivo deve avere un costo sostenibile dal punto di vista sociale. Ho guardato la rabbia e la delusione in faccia, ho visitato il quartiere Tamburi, mi ha colpito un operaio che mi ha detto che in tanti anni qui non è stato piantato nemmeno un albero” – ha aggiunto il Presidente del Consiglio.

“Se l’intenzione di Mittal è quella di andarsene dopo aver firmato un contratto con lo Stato in cui si impegnava a prendere 10.700 lavoratori e fare 8 milioni di tonnellate di acciaio, allora ha sbagliato governo, perché non glielo permetteremo”, minaccia il leader dei 5 Stelle, Luigi di Maio. Si fa sentire anche il commissario agli Affari Economici ed ex premier, Paolo Gentiloni: “I patti vanno rispettati, sia da ArcelorMittal sia dalle istituzioni italiane”.  Secondo alcune fonti giornalistiche, nelle prossime ore potrebbe svolgersi un incontro tra il Governo italiano ed i vertici della multinazionale.