Il vento da 100 chilometri orari danneggia anche l’agricoltura pugliese

Scatta l’allarme tempeste in Puglia per i venti forti che stanno sferzando tutta la regione ad una velocità fino a 100 chilometri orari, con l’allerta rossa in provincia di Lecce con epicentro ad Alessano e situazioni di pericolo anche nelle aree rurali. E’ quanto riferisce Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Centro Allerta Allarmi per la Puglia.

“Dopo alcuni giorni clima quasi primaverile, le temperature si sono abbassate bruscamente, creando shock termici continui che non giovano alle produzioni in campo, mentre il vento forte – ormai una costane in Puglia – sferza alberi, serre e strutture. Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante“, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Shock termici, nubifragi e trombe d’aria allagano le campagne, strappano gli alberi, inondano di fango campi e strade rurali, fanno crollare a terra olive e frutti dagli alberi, danneggiano ortaggi e verdure in campo, con un bilancio gravissimo nelle aree rurali, dove gli agricoltori hanno già subito 56 eventi estremi che si sono abbattuti in Puglia dal 1° agosto ad oggi, secondo il monitoraggio di Coldiretti Puglia, e si sono registrati ben 8 tornado sulla base della Banca dati europea sugli eventi estremi ESWD.

A nulla vale più la programmazione degli orticoltori che in Puglia raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. “Con la natura sconvolta a preoccupare è l’effetto del possibile improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta dei frutti primaverile ed estiva. Sono eventi estremi per cui il meccanismo della declaratoria di calamità naturale e del Fondo di solidarietà naturale, così com’è strutturato, non funziona più”, conclude Muraglia.

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