Puglia: esplorato l’antico tunnel sul mare ma resta il mistero, filmato il percorso a Roca Vecchia – il video diffuso sul web

Roca Vecchia (o Rocavecchia) è una località salentina situata sulla costa del territorio di Melendugno. Si tratta di una delle marine del comune che ospita svariate attrazioni turistiche cui più famosa è molto probabilmente la cosiddetta “Grotta della Poesia“. Ma non è l’unica meraviglia che andrebbe immortalata con foto e video. Qui – come documentato da Il Salento a Colori – sono stati individuati i resti di antichissime cripte e persino di un misterioso tunnel esplorato di recente:

Non lontano da Torre di Guardia, vi è uno specchio d’acqua chiamato Portuligno (descritto dallo storico Rocco Aprile in alcune sue pubblicazioni). E’ qui che compare la parte esterna di un lungo tunnel cui termine del percorso non è ancora chiaro. Proprio Il Salento a Colori, alcuni anni fa, ad aver pubblicato su YouTube un filmato che documenta una prima esplorazione di un tunnel. Riportiamo qui sotto il link al video:

Nel filmato è possibile notare la presenza di pozzi murati dall’alto mentre lo stile architettonico ricorderebbe in parte l’acquedotto del Triglio, quello situato nel comune di Statte che in epoca romana e sino all’ottocento trasportava acqua sino a Taranto. Da chi fu costruito questo tunnel? Per quale funzione? Dove termina? Questi sono dei quesiti ancora in attesa di risposte. La località fu persino descritta dal poeta romano Virgilio:

«E di vèr l’Orïente un curvo seno / in guisa d’arco, a cui di corda in vece / sta d’un lungo macigno un dorso avanti, / ove spumoso il mar percuote e frange. / Ne’ suoi corni ha due scogli, anzi due torri, / che con due braccia il mar dentro accogliendo, / lo fa porto e l’asconde; e sovra al porto / lunge dal lito è ‘l tempio.» (Virgilio – Eneide, libro III. Traduzione di Annibal Caro)

Ciò che sappiamo con certezza è che il sito di Roca Vecchia è stato esplorato dalla fine degli anni ’80 da un team dell’Università del Salento e ha prodotto alcune delle architetture monumentali meglio conservate dell’età del bronzo (2 ° millennio a.C.) nell’Italia meridionale, insieme al più grande set di ceramiche micenee mai recuperato ad ovest della Grecia continentale . L’occupazione del sito continuò anche nell’età del ferro e in epoca classica , quando una grande cavità naturale nota come Grotta della Poesia fu utilizzata per pratiche di culto che prevedevano la scrittura di migliaia di dediche a una divinità locale in tre lingue: greco , messapico e latino. Il sito fu ri-occupato nel tardo medioevo , quando fu fondata una nuova città da Walter VI, conte di Brienne. Informazioni molto interessati sono disponibili su salentoacolory.it/cripta-tunnel-roca-vecchia/. Secondo l’archeologia ufficiale, Annibale si impossessa della messapica Roca (chiamata allora Thuria) e del Salento, nella guerra tra Cartaginesi e Romani, tra il 213 ed il 209 a.C., quando era in missione per conquistare la città di Taranto. Il sito fu successivamente abbandonato (non sono state rinvenute tracce del periodo romano), mentre fu frequentato nell’alto medioevo da anacoreti, provenienti perlopiù dall’Impero Romano d’Oriente, che col tempo costituirono una comunità, abitando in una serie di grotte scavate nel calcare. Ciò che sappiamo del non lontano Acquedotto del Triglio è che lo stesso fu costruito fra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. (nel 123 a.C. secondo alcune fonti[2]), nel periodo successivo alla fondazione dell colonia neptunia sulle rovine di Taranto dopo che questa era stata punita per la sua alleanza con Annibale, allo scopo di fornire acqua alle ville della periferia di Taranto e non al suo abitato. In tempi romani infatti l’abitato di Taranto infatti non era raggiunto dall’acquedotto a causa della presenza della palude di S. Brunone sita tra le sorgenti e la città di Taranto, bensì il sistema idrico raggiungeva un molo sul mar Grande per il rifornimento delle navi[3].

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https://www.salentoacolory.it/cripta-tunnel-roca-vecchia