“Era il nostro sogno, è diventato un incubo” – così i titolari di una pizzeria situata nel barese che purtroppo è stata chiusa dopo il secco no alle estorsioni. A raccontare la drammatica storia sono molteplici testate giornalistiche telematiche che hanno dato voce a coloro che hanno preferito chiudere una nota attività. Si tratta di tre titolari di uno storico locale nel quartiere San Paolo che hanno lasciato la città mesi fa, inseriti nel programma di protezione dei testimoni di giustizia dopo aver denunciato e fatto arrestare i loro estortori:
“Subire un’estorsione per gente che si guadagna da vivere con il proprio sudore è qualcosa che difficilmente una persona può accettare. Noi non lo abbiamo fatto”, hanno scritto sui social i tre proprietari del locale. “Ci scusiamo in anticipo se questo messaggio risulterà prolisso ma credo sia doveroso salutare tutti gli amici e clienti che per anni ci hanno accompagnato in questo lungo percorso durato più di 30 anni”, scrivono nel post di commiato da amici e clienti diffuso sui social poi rilanciato anche da siti web. I tre hanno inoltre aggiunto:
“Non esistono semplici parole che possono esprimere la nostra tristezza e sofferenza nel comporre questo messaggio. La pizzeria non era un semplice locale, una semplice ditta o impiego di lavoro, era un nostro progetto, un nostro sogno , la nostra vita. Era quel componente della famiglia che non parla ma che sai che è sempre li accanto a te, una seconda casa dove trascorrevamo gran parte delle nostre giornate a volte forse troppo lunghe, un punto di ritrovo per amici, parenti o fedeli clienti che accompagnati magari da una birra trascorrevano una calda o fredda serata, con quel sorriso tipico che provoca un bel panzerotto o una buona pizza. Potremmo sfornare migliaia di aggettivi o di aneddoti per poter descrivere ciò che significava per noi quel locale, ma non basterebbe un giorno solo per poterlo fare. Poter fornire una spiegazione a ciò che è successo non è affatto semplice e, come tipico purtroppo del nostro quartiere, il silenzio e la chiusura improvvisa ha creato solo una nebbia fitta di storie fantasiose e chiacchiericci inutili. In questi mesi ne abbiamo sentite tante di storie, di versioni e soprattutto di persone che improvvisamente si tramutavano in professori di vita, che sfornano giudizi sulle decisioni prese” – hanno concluso gli imprenditori.
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