“Granchio blu in Puglia? E’ qui da anni! Guardate quanti ne abbiamo pescati”

Dopo la segnalazione circa la presenza del granchio blu americano nel fiume Ofanto, in molti hanno scritto a PugliaReporter.com ribadendo il concetto della presenza del crostaceo “alieno” in Puglia già anni addietro al 2020:

Come riferito da un nostro conterraneo, le segnalazioni non giungono soltanto tra il foggiano (si segnala anche in zona Lesina) e la BAT ma anche dal tarantino. E’ noto infatti che questi granchi prediligano le acque piu’ dolci dove forse riescono a catturare le prede piu’ ambite. Come già riportato nel precedente post, infatti, ricordiamo nuovamente che questa specie (nome scientifico: Callinectes sapidus) di origini americane è stata introdotta accidentalmente nel continente europeo e minaccia potenzialmente la fauna autoctona avendo abitudini predatorie piuttosto varie ed un temperamento particolarmente aggressivo che lo portano a nutrirsi non solo di pesci e molluschi ma persino di animali terrestri non disdegnando carogne di mammiferi ed uccelli. Nella sua dieta, anche vegetali. Nel Salento, oltre agli avvistamenti a Roca Vecchia (Marina di Melendugno (LE)), infatti, l’utente Fabio – ha voluto ricordarci della cattura di molteplici esemplari avvenuta già nel 2016 nella costa della Marina di Castellaneta (Taranto). Lo stesso ha inoltre sottolineato di aver avvistato esemplari di granchio blu americano anche nel vicino fiume Lato (che attraversa il territorio di Laterza e Castellaneta, nel tarantino). Riportiamo qui sotto alcuni scatti fotografici ricevuti:

 

Noto anche con il nome di granchio reale, questo crostaceo, nella sua zona d’origine, viene pescato in quantità per uso alimentare: in particolare, vengono considerati una prelibatezza quelli pescati nella baia di Chesapeake, dove essi costituiscono un’importante risorsa (valutata in oltre 100 milioni di dollari USA negli anni ’90; attualmente la domanda è dimezzata. Si suppone che i primi esemplari giunti in europa siano stati accidentalmente liberati tramite l’acqua incamerata per zavorrare le navi provenienti da altri angoli del mondo. Non è ancora chiaro quale potrebbe essere l’impatto ambientale di questa specie alloctona nei confronti negli ambienti naturali pugliesi. Sicuramente, torneremo a parlarne.

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