Si è svolta e conclusa nella massima tranquillità la manifestazione di protesta contro le disposizioni del Governo organizzata ieri, 28 ottobre, in Piazza della Libertà, davanti al Palazzo del Governo di Bari. Oltre 5000 i partecipanti, nessuna bandiera, nessun simbolo di partito. Non era stato allestito un palco e poi si è capito il perché: per la prima volta a parlare non sono stati leaders di partito o capi di movimenti ma il megafono è stato dato alla gente. Decine di persone si sono avvicendate esprimendo in pochi minuti il loro malessere, la loro sofferenza. Non si sono uditi petardi, né c’è stato alcun bisogno di intervento da parte delle forze dell’ordine. Una dimostrazione di come il popolo sappia agire con saggezza. Lo scopo degli organizzatori era di dare voce al popolo, alle persone, e il fatto di concedere a tutti il megafono è stato un simbolo di democraticità ritrovata, di libertà di parola che ritorna alla gente.
Il coordinatore della manifestazione Mario Gioioso, un imprenditore di Fasano, ha saputo gestire al meglio i tempi e gli interventi. Ha parlato di ‘liberetici’ e ciò ci fa supporre che proprio da Bari partirà qualcosa di nuovo e diverso, un concetto nuovo di libertà e democrazia di cui si sente davvero bisogno. Ogni volta che una persona diversa prendeva il megafono emergeva una storia di vita e di sofferenza, dagli artigiani ai ristoratori, alla signora che ha perso il padre morto per disidratazione dopo 3 giorni in ospedale. Non è morto di covid ma perché è stato trascurato a causa del covid. L’Italia attraverso le sue piazze sta lanciando un urlo di sofferenza, da Bari il messaggio che arriva è anche di una capacità di autodeterminarsi, come dire “Siamo un popolo maturo, lasciateci liberi di fare la nostra vita e sapremo adottare le giuste precauzioni per difenderci dal covid.”
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