La scelta deve tutelare la vocazione dei territori in una regione come la Puglia in prima linea per l’agricoltura green con 11 prodotti agroalimentari a Denominazione di Origine Protetta, 27 vini DOC, 4 DOCG e 6 IGP, altre 6 IGP ai prodotti ortofrutticoli, la leadership nel biologico con oltre 266mila ettari coltivati e 9380 operatori bio, oltre a 299 prodotti riconosciuti tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole e il primato della sicurezza alimentare mondiale. E’ quanto dichiara Coldiretti Puglia, alla notizia che nella Carta dei siti potenzialmente idonei alla costruzione del Deposito nucleare nazionale la Puglia è indicata con l’area di Gravina in Puglia in provincia di Bari, insieme ai comuni di Altamura (in provincia di Bari) e Laterza (in provincia di Taranto) per un’area individuata in condivisione con Matera in Basilicata:
“Deve essere rispettato e tutelato il modello di agricoltura – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – costruito attorno al territorio e alla certezza di sicurezza alimentare e ambientale da garantire ai cittadini-consumatori. Chiediamo una presa di coscienza e una forte partecipazione al tema, dopo le gravi vertenze ambientali che affliggono il territorio pugliese dall’ILVA di Taranto alla centrale Enel di Cerano, dalla invasione di foreste di pali eolici a Foggia alle ecomafie, “problemi” che condizionano non solo il reddito e lo sviluppo dell’agroalimentare e del turismo, ma pregiudicano la vita stessa dell’individuo”, insiste con forza il presidente Muraglia.
Coldiretti sottolinea l’importanza di un processo trasparente per la necessaria messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, dove le necessarie garanzie di sicurezza – precisa Coldiretti – vanno accompagnate da una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse. L’allarme globale provocato dal Coronavirus – aggiunge Coldiretti – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro.
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