D’Amato: “i tribunali giudicano il passato mentre Taranto continua a morire”

Bruxelles, 31 maggio 2021 – “La sentenza emessa stamattina dalla Corte d’Assise, con le condanne a 22 e 20 anni di reclusione per Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva tra i 47 imputati nel processo chiamato Ambiente Svenduto e di tre anni e mezzo all’ex Governatore Vendola, certifica quanto i cittadini di Taranto sanno già da tempo: la loro salute e in molti casi la loro vita sono state sacrificate in nome di un mostro che, purtroppo, continua a uccidere la città e il suo futuro. Oggi siamo al primo grado di giudizio di un processo che riguarda fatti antecedenti il 2014. Sentenza che segna un passo storico e che descrive ciò che avveniva. Ma l’ormai ex Ilva, poi Mittal, ora AcciaItalia non ha mai smesso di inquinare, negli ultimi sette anni, a rischio della salute. Dunque, non dimentichiamo l’obiettivo e il vero nodo della questione su cui fin dalla scorsa legislatura ci battiamo: la chiusura di qualsiasi fonte inquinante e la denuncia di eventuali nuovi connubi tra interessi politici e industriali”. Lo dichiara in una nota stampa la delegazione italiana dei Greens/EFA – composta da Rosa D’Amato, Eleonora Evi, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini che aggiungono:

“Ecco perché, dinanzi a questa sentenza, va ribadito con forza che il futuro di Taranto non può più venire ammorbato dall’ex Ilva. Le mosse dell’attuale governo vanno in tutt’altra direzione, però. I soldi del PNRR rischiano di finire in un progetto di falsa decarbonizzazione, con livelli di emissioni pari e peggiori delle attuali, senza una Valutazione dell’Impatto Sanitario. Mentre il Just transition fund rischia di essere uno specchietto delle allodole, tanto più se il territorio non sarà ancora una volta coinvolto. Oggi abbiamo le risorse per lasciarci l’acciaieria e il ricatto del lavoro alle spalle, ma pare che neanche il governo dei cosiddetti Migliori abbia il coraggio per provarci”, hanno concluso.

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