Agricoltori pugliesi riportano alla luce il tartufo tipico: dallo scorzone all’uncinato, la riscoperta nel foggiano

Con una quotazione tra i 300 euro all’ettogrammo per le pezzature piu’ pregiate ai 200 per quelle minori la stagione dei tartufi in Puglia vive una fase molto fortunata, con il raccolto dei boschi del Subappennino Dauno con una profumazione intensa e una consistenza carnosa e compatta. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, diffusa al mercato di Campagna Amica di Foggia, dove contadini e contadine hanno salutato il raccolto con degustazioni guidate e i cuochi contadini degli agriturismi e gli chef dell’Associazione Cuochi di Capitanata, con il presidente Mario Falco, hanno cucinato in diretta per i consumatori le ricciole di Biccari con ragù di verdure su crema di patate di Margherita di Savoia, canocchie di Manfredonia e carpaccio di tartufo del Subappennino Dauno.

Le condizioni atmosferiche non sono state favorevoli finora per l’ondata di siccità che ha colpito la provincia per oltre 3 mesi, con eventi meteorologici estremi e improvvisi, ma il tartufo raccolto dal primo maggio al 31 settembre – lo ‘scorzone’ – è andato letteralmente a ruba, complice la presenza con numeri stellari di turisti italiani e stranieri nell’estate 2021, ma la stagione autunnale si prospetta buona per le prime piogge settembrine con la raccolta dell’uncinato dal primo ottobre al 31 dicembre. Il mondo delle campagne del mercato contadino di Campagna Amica ha festeggiato il tartufo sfoderanno altre tipicità del territorio della Capitanata, dal pomodorino biologico di Lucera, a patate e cipolle IGP di Margerita di Savoia, dalla pasta di Biccari, al pescato fresco del Golfo di Manfredonia, fino ai caciocavalli e ai formaggi freschi e stagionati foggiani, dal miele ai rosoli, fino a carne e salsicce di carne garganica.

La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri – riferisce la Coldiretti Puglia – svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore. Il tartufo – riferisce la Coldiretti Puglia – è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia – spiega la Coldiretti Puglia – il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.

I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina – conclude la Coldiretti Puglia – il bianco (Tuber Magnatum Pico) va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti e per quanto riguarda i vini va abbinato con i grandi vini rossi. Ma il tartufo svolge anche – ha concluso Coldiretti Puglia – una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta “una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore”.

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