“Pugliesi presi in giro”, trattamento di fine mandato confermato per i consiglieri regionali. Laricchia: “mia proposta di abrogazione bocciata da destra, sinistra e M5S. La battaglia politica continua”

“La montagna ha partorito il topolino. Dopo gli annunci sulla volontà di abrogare il Trattamento di Fine Mandato, di fatto tutta la vecchia politica riunita si è limitata ad alzare dall’1 al 2% l’accantonamento mensile a carico di ciascun consigliere. Per questo ho presentato un subemendamento per abrogare l’emendamento sostitutivo al testo della pdl Tutolo e ritornare alla formulazione originaria che prevedeva l’abrogazione del TFM. Oggi quel subemendamento è stato bocciato dalla Commissione, ma in aula la battaglia continua per tutelare i soldi dei pugliesi”. Lo dichiara la consigliera del M5S Antonella Laricchia a margine della seduta della VII Commissione:

“Di fatto con l’emendamento approvato rimane la retroattività” – continua Laricchia – “seppur calmierata da quanto deciso nell’ Intesa Stato – Regioni e non si andrà oltre i 10 anni. Apprezzo l’originalità di aver definito il 24% di trattenuta su una mensilità l’anno che di fatto sarebbe il 2%mensile, molto lontano dalle percentuali di un lavoratore qualunque che si aggirano intorno al 7-8%. Una presa in giro per i pugliesi, che quest’estate ci hanno chiaramente fatto capire che ne pensano del Trattamento di Fine Mandato” – ha detto la Laricchia, che ha proseguito:

“Oltre ad aver reintrodotto un privilegio, è stato sbagliato il momento per farlo, con tutte le difficoltà avute per trovare risorse per altri fronti come ad esempio i ristori per le categorie colpite dal Covid. Ho ritenuto doveroso procedere all’abrogazione per riportare la serenità del dibattito e poi con calma magari riparlarne quando sarà finito questo periodo di crisi. La Società civile è intervenuta più volte sul tema ed è nostro dovere ascoltarla. Io insisto. Sono sicura che per la prima volta sarò appoggiata in questa battaglia anche dal presidente Emiliano, che questa volta non potrà dire di non sapere”.

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