Incastrato dal DNA delle proprie feci a distanza di circa 12 anni: è l’incredibile episodio che vede protagonista un malvivente pugliese che all’epoca dei fatti, a quanto pare, agì in trasferta:
Stando alla ricostruzione diffusa online da alcune fonti telematiche, il colpo criminale – verificatosi nel mese di dicembre del 2009 in uno stabilimento di pneumatici di Occhiobello (in Provincia di Rovigo, in Veneto) era andato a buon fine con un prelievo illecito di molteplici pneumatici di un valore complessivo di circa 33.000 euro. L’uomo, allora 24enne, non era mai stato arrestato per l’episodio, ma a distanza di molti anni il colpo di scena:
Nel 2018, infatti, l’uomo – un giovane del foggiano – è stato arrestato per un altro reato e condotto in carcere dove le nuove disposizioni prevedono il prelievo del DNA. Attraverso la consultazione della banca dati con il confronto del DNA emerso all’epoca dell’analisi delle feci, è stato così possibile individuare l’identità dell’autore delle feci deposte all’epoca dei fatti nel muro forato dello stabilimento. Stando alla ricostruzione, il criminale, dopo essersi impossessato del materiale oggetto di furto, sarebbe stato colto da una necessità fisiologica che lo spinse a defecare nel buco fatto poco prima per fare irruzione nel locale. Un caso che però non finisce qui:
Anche se l’uomo è stato indicato come responsabile del furto del 2009 e condannato a tre anni di reclusione, i dettagli dell’episodio sono destinati a nuova discussione nel prossimo processo in Appello durante il quale potrebbero essere affrontate questioni di costituzionalità legate alla mancanza della difesa all’epoca dell’estrazione del DNA dalle feci trovate nel 2009.
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