Per Coldiretti Puglia: “terza dose necessaria per salvare famiglie e lavoro”

L’avanzare della campagna di vaccinazione con la somministrazione delle terze dosi e l’arrivo del super green pass promosso dal Governo Draghi è importante per scongiurare l’avanzata dei contagi che significa nuove sofferenze per famiglie, posti di lavoro e redditi a rischio. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento al report delle denunce di infortunio elaborato e diffuso dall’INAIL della Puglia:

“Coldiretti si è impegnata nel promuovere le vaccinazioni nelle aziende agricole, nelle cantine, nei centri di accoglienza e nei più piccoli borghi anche con l’omaggio di specialità enogastronomiche per incentivare cittadini e lavoratori. In questo passaggio delicato dobbiamo avere certezze nel riprogrammare la ripartenza e il vaccino è l’unico mezzo che ci può tutelare”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Il 2,3% delle denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Puglia dal gennaio 2020 al novembre 2021 riguarda l’agricoltura, dove non si è mai smesso di lavorare nelle oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti, un impegno quotidiano senza sosta.

In questo contesto e con il via al decreto flussi che consente l’arrivo dei lavoratori extracomunitari per salvare le produzioni agricole e agroalimentari con la scalarità dei raccolti, è necessario – sottolinea la Coldiretti Puglia – estendere i tamponi all’arrivo in Italia anche ai lavoratori nei campi provenienti dall’estero come è già stato fatto in Trentino Alto Adige che ha dato il via libera ai test sui collaboratori agricoli giunti da altre parti del mondo che potranno così partecipare da subito alle attività di raccolta della frutta e dell’uva messe a rischio dalla mancanza di manodopera qualificata per il blocco delle frontiere per il rischio Covid. In questo modo i lavoratori stranieri che superano il test potranno svolgere le attività di raccolta, con la Coldiretti che ha avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica. Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre soprattutto dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter lavorare nei campi attraverso una radicale semplificazione del voucher “agricolo”.

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