Barletta: l’aereo militare USA sulla rotatoria di via Foggia, simbolo della Guerra Fredda

Si arricchisce di nuovi spunti e di altre curiosità finora segrete la storia di quell’aereo militare “parcheggiato” negli spazi della Barsa ma destinato a diventare un monumento-tributo all’Aeronautica militare (magari per il 2023 quando ricorreranno i cento anni dall’istituzione della forza armata) sul rondò di via Regina Margherita con via Foggia:


 

Il velivolo, numero di carlinga 3-330, è un T-33A Air Force con Serial 55-3030, è un biposto assegnato conto MDAP (Mutual Defense Assistance Program) è stato un programma di aiuti militari degli Stati Uniti per sostenere i propri alleati nella lotta contro il mondo comunista durante la guerra fredda. Il programma ebbe inizio nel 1949 ed è durato fino agli Anni Settanta contemporaneamente al Piano Marshall:

prevedeva la fornitura di materiale militare a condizioni molto vantaggiose da parte del Governo USA all’Italia con inizio effettivo nel 1955. L’aereo arrivò in forza all’Aeronautica Militare nel 1956. Dal 1974 ha prestato servizio presso la 603^ Squadriglia collegamenti della 3^ Aerobrigata (reparto ridenominato dal 1977 come 3° Stormo). Radiato dal servizio nel 1983, è stato accantonato sull’aeroporto di Villafranca come cimelio o reperto di quell’epoca tanto da diventare un’attrazione turistica per il grande pubblico di visitatori presso il parco di Mirabilandia dov’è stato messo in mostra con le insegne del 3° Stormo dal 2004 al 2008.

LA SCHEDA TECNICA – Il T 33A “Shooting Star” fu il primo addestratore a getto dell’Aeronautica statunitense, e fu direttamente derivato dal caccia P-80. Il primo volo avvenne il 22 marzo 1948 e la produzione, che continuò per ben dieci anni, ammontò a 5.691 esemplari, più altri 866 costruiti su licenza in Canada e Giappone. Il velivolo presentava un’ala bassa dritta a profilo laminare, e una fusoliera con impennaggi cruciformi e abitacolo biposto in tandem. Il motore era un turbogetto Allison J33-A-35 da 2.449 kg con iniezione d’acqua. Molti paesi alleati ricevettero il T 33 in conto MDAP, e tra questi anche l’Italia, che acquisì in totale 75 esemplari di T 33A, più 15 RT 33A, modello con muso modificato per compiti di ricognizione. I primi quattro velivoli giunsero nell’estate 1952, e furono assegnati al Nucleo Addestramento Velivoli a Reazione (NAVAR) della base di Amendola. Con l’aumentare delle consegne, il T-33 divenne il velivolo della Scuola Addestramento Aviogetti (SAA, dal 1962 Scuola Volo Basico Avanzato Aviogetti – SVBAA), nonché della Scuola Addestramento Tattico e Tiri (SATT), della Scuola Istruttori Volo (SCIV) e della Scuola Caccia Ogni Tempo (SCOT).

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