Zeza Zeza: il carnevale peschiciano in un click, su “Storie di Puglia”. Il format di Pugliapromozione racconta sui social come rivive l’antica tradizione del Gargano

Zeza Zeza: il carnevale peschiciano. Oggi, Giovedì Grasso, il format di Pugliapromozione racconta sui social come rivive l’antica tradizione del Gargano. Ci sono i moderni “cantastorie” e sono quelli del web che, click dopo click, posso coinvolgere una platea sconfinata che è il mondo. Pugliapromozione, da questa mattina in occasione della celebrazione del Giovedì Grasso, proporrà online ai tantissimi followers che seguono i suoi sociali da tutto il mondo la storia di Zeza Zeza: il carnevale peschiciano.

E’ una emozione che si può rivivere solamente on line, cliccando su gli account Facebook, Instagram e Youtube di WeAreinPuglia, perché questa farsa carnevalesca tanto cara agli abitanti di Peschici non esiste quasi più. “E’ un video che fa bene alla nostra storia, al legame profondo e viscerale con la nostra tradizione. In questo racconto social, dedicato alla Zeza Zeza peschiciana, si condivide l’impegno di chi ha voluto tenere in vita un patrimonio immateriale – dice l’assessore al Turismo della Regione Puglia Gianfranco Lopane – che altrimenti sarebbe scomparso”. Un valore interessante non solo per noi pugliesi ma anche per il turismo internazionale che chiede di esplorare e vivere la cultura dei nostri territori ed, infatti, Pugliapromozione ha realizzato il tutto anche per un pubblico straniero. Ma perché queste azioni promozionali?

Il racconto può essere l’inizio di un viaggio, ogni viaggio è fatto di luoghi ma soprattutto di persone che donano unicità ad ogni ricordo. E’ per questo che Pugliapromozione – fa notare il suo direttore generale Luca Scandale – attraverso il format web “Storie di Puglia”, continua a raccontare il presente e il passato, dall’ultimo corandoliere fino alla maschera di farinella per rimanere ancora in tema carnevalesco, fino a chi ancora costruisce le barche a mano”. La Zeza Zeza ha avuto origine a Napoli, prima esaltata e poi vietata, costretta a rifugiarsi nelle campagne e nei piccoli centri per poter continuare a divertire con irriverenza. L’allegria di Zeza Zeza si è, così diffusa nel Mezzogiorno e si è tramandata dal XVII fino agli anni ’60 dello scorso secolo anche a Peschici, grazie ad uno dei suoi interpreti principali: Giulio D’Errico.

Al suono di trombone e grancassa, con gli uomini che si vestivano da donne e le donne da uomini, i pupazzi realizzati con abiti lisi riempiti un po’ di tutto ed appesi nelle strade da un lato all’altra, Zeza coinvolgeva allegramente Peschici. In maschera, si andava da una casa all’altra dove si danzava, si cantava la storia di Zeza, donna civettuola e del suo papà geloso e del signorotto che la voleva in sposa. Gran finale con i falò dei pupazzi, che segnava poi l’inizio della Quaresima. La passione per questa festa, a Peschici, era così radicata che quando nel 1931 la Regia Questura di Foggia mandò una circolare a tutti i podestà della Capitanata che vietava questa festa … i peschiciani la ignorarono, allegramente.

Arrivano poi i tempi della modernità, il suo cantore Giulio D’Errico diventa nonno e, dopo decenni di oblio, Zeza Zeza viene minuziosamente ricostruita da sua nipote Lucrezia D’Errico alle scuole medie. La piccola Lucrezia, nome da cui proviene il diminutivo Zeza, mette per iscritto quella preziosa testimonianza orale tramandata dal nome. E’ la salvezza di Zeza perché, quando Lucrezia diventata adulta diventa insegnante, la condivide con i suoi allievi coinvolgendoli in modo appassionante. Non possiamo raccontarvi altro di questo pezzo di teatro popolare che, i video maker di Pugliapromozione, ci racconteranno oggi Giovedì Grasso sui social grazie alla testimonianza storica di Lucrezia D’Errico e Teresa Rauzino, ai musicisti Stefano Biscotti e Pasquale Olivieri. La signora Italia Vecera ha aperto per noi le porte della sua antica casa-grotta, hanno partecipato gli attori Mario Iervolino, Maria Vittoria Marino, Carlotta Liberato e Francesco Pio Martella per porgerci una fresca scenetta di Zeza Zeza, con un tuffo nel passato reso possibile grazie alle immagini e video di repertorio del Centro Studi “Giuseppe Martella“.

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