Puglia: detenuto aggredisce e colpisce alla testa poliziotto nel carcere di Foggia. La denuncia dell’USPP Puglia e Basilicata

Aggressione nei confronti di un appartenente alla polizia penitenziaria nel carcere della capitanata. E’ accaduto questa mattina, 9 marzo, quando un detenuto di origini magrebine, con precedenti specifici e ristretto presso il reparto psichiatrico della casa circondariale di via delle casermette, “senza alcun motivo ha aggredito un poliziotto penitenziario, colpendolo alla testa con un arnese ricavato in modo capzioso“. Il poliziotto è stato trasportato in ospedale per le cure necessarie. Lo rende noto, Vito MESSINA, segretario interregionale USPP Puglia e Basilicata (Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria) che aggiunge: “La situazione anche nel carcere di FOGGIA ormai è diventata insostenibile, con continue aggressioni verbali e fisiche da parte dei detenuti più facinorosi, e spesso anche con problemi psichiatrici, nei confronti dei poliziotti penitenziari, senza che l’amministrazione penitenziaria regionale e centrale prenda i dovuti provvedimenti, quali ad esempio istituire dei circuiti detentivi, allocando i detenuti violenti in apposite sezioni, peraltro previste dall’articolo 32 della legge 354/75″, vedi condanna della CEDU che condanna l’Italia su questa problematica, ma nulla accade.

Il carcere foggiano – continua Vito MESSINAè divenuto piazza di spaccio, dove si contrappongono diversi gruppi di detenuti che, di fatto, grazie anche alla gravissima carenza d’organico della polizia penitenziaria, hanno in mano il CARCERE”. Un’amministrazione tanto assente che, i poliziotti penitenziari, cioè i rappresentanti dello Stato, non hanno alcun potere repressivo e coercitivo nei casi di violenza da parte dei detenuti – continua il segretario REGIONALE dell’USPP – anche perché non si ha un chiaro protocollo di intervento; e risolvere le criticità, spesso comporta il rischio di ritrovarsi magari indagati per reati di tortura, solo per aver risposto con la forza ad una violenza che a volte è veramente devastante; è ASSURDO che accade ancora questo, solo due giorni fa siamo scesi in piazza a denunciare proprio questo stato di cose; bisogna dire che l’amministrazione non ha avuto il coraggio di convocarci; non ci arrendiamo, abbiamo già chiesto supporto ad altri organi di governo, magari più sensibili rispetto alla latitanza nefanda dei nostri vertici.

Non ci fermeremo – conclude Messinaci saranno altre proteste consentite, affinchè non venga trovata una soluzione seria e concreta alle problematiche della categoria. Mancano le figure professionali per gestire questa tipologia di utenza, la polizia penitenziaria non ha competenza sulla gestione di questa tipologia di ristretti con problemi di natura psichiatrica, essendo questo un problema di carattere sanitario: è giunta l’ora di prendere atto dei veri problemi che attanagliano la nostra categoria.

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