Caro carburanti, parlamentare pugliese: “multinazionale estrae in Italia ma rivende prezzo altissimo”

“Se il Ministro Cingolani ha ammesso che l’aumento del costo spropositato del carburante è una truffa colossale, cosa pensa il Governo dell’atteggiamento di ENI partecipata di Stato?” così interviene il deputato tarantino Giovanni Vianello (Alternativa), membro della X Commissione e commissario della bicamerale d’inchiesta ecomafie che spiega:

“Eni estrae greggio in Basilicata e lo invia tramite un proprio oleodotto alla raffineria ENI di Taranto dove a 100 metri dal sito industriale c’è un distributore ENI che rivende benzina ad un prezzo altissimo. La media settimanale nazionale dei prezzi dal giorno 28/02/2022 al 06/03/2022 è inferiore rispetto a quanto indicato dal giorno 9 marzo dal distributore in questione, quindi ne deduciamo che l’estrazione di idrocarburi in Italia non porta alcun vantaggio economico per i cittadini ma solo danni ambientali e poi che Eni sta consapevolmente partecipando all’aumento dei prezzi di carburante.”

“Oltre al danno c’è pure la beffa – prosegue il deputato tarantino – in quanto il Governo da una parte non vigila sulla propria partecipata di Stato e dall’altra tramite il decreto “bollette bis” sta dando incentivi ai detentori delle fossili e ne prefigura anche una pianificazione di lunga durata. E’ un orribile ritorno al passato ed è disgustoso che le politiche Governative anziché proteggere i cittadini e spingerli verso l’auto-sufficienza energetica da rinnovabili al contrario sta continuando a renderli estremamente dipendenti dalle fonti fossili.”

“Tutto ciò – conclude Vianello – avviene con il Governo “dei migliori” e la convivenza delle forze politiche di maggioranza. Presenterò degli emendamenti al decreto bollette per cambiare completamente rotta rispetto al Governo e puntare sull’efficienza energetica e sulla produzione da fonti rinnovabili, la maggioranza, almeno questa volta, guardi agli interessi dei cittadini e non a quello dei petrolieri”.

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