Vantaggiosi sia per i risultati di salute che in termini economici. I Nao, gli anticoagulanti orali per pazienti con fibrillazione atriale sono stati introdotti nel 2013 e hanno mostrato risultati molto positivi sia nei trials clinici che nel mondo reale anche su pazienti con gravità più significative o con patologia renale. Fare il punto sul loro utilizzo e sulle importanti novità introdotte rispetto alla prescrizione da aprile è stato lo scopo del convegno “Save Nao. Supporto nella valutazione e gestione del paziente anticoagulanto in Puglia”, organizzato da Sanitanova con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo, che si è tenuto qualche giorno fa nella sede del Dipartimento Salute della Regione Puglia.
L’evento ha sviluppato una riflessione clinica che ha sottolineato il vantaggio ottenuto con l’introduzione degli anticoagulanti nella gestione del paziente con fibrillazione atriale, una riflessione di natura economica che ha messo in evidenza – attraverso due studi presentati dal professor Francesco Saverio Mennini dell’Università di Tor Vergata – come l’uso di anticoagulanti orali sviluppi una riduzione di costi in termini di fondi riutilizzabili, e una riflessione più operativa. La Nota 97 di Aifa (Agenzia italiana del Farmaco) ha infatti consentito la prescrizione dei Nao sia agli specialisti che ai medici di medicina generale attraverso la definizione di un piano terapeutico:
dal primo aprile la prescrizione con il relativo piano terapeutico viene effettuata esclusivamente telematicamente attraverso il sistema TS, la tessera sanitaria. “Il confronto è sempre costruttivo – ha detto il dottor Pasquale Caldarola, responsabile scientifico dell’evento e direttore della Cardiologia dell’Ospedale San Paolo – è importante che la clinica abbia modo e spazio di approfondimento e riflessione perché gli aspetti da valutare sono sempre tanti, ma è fondamentale anche tenere vivo e attivo il dialogo con gli organi regionali sugli strumenti di governo e gestione. I Nao sono entrati nella nostra pratica clinica quotidiana e la possibilità prescrittiva anche da parte dei medici di medicina generale apre scenari importanti di dialogo tra specialisti e territorio”. Durante l’evento è stata posta l’attenzione anche sulla comunicazione efficace e sulla possibilità di aumentare aderenza terapeutica e coinvolgimento del paziente attraverso una comunicazione più attenta e mirata. “Il paziente correttamente coinvolto e che ha compreso patologia e cura è un paziente che seguirà le indicazioni cliniche – ha sottolineato Caldarola – soprattutto dopo il Covid dobbiamo sforzarci di entrare in sinergia con i pazienti e con le loro famiglie perché il rapporto deve essere di alleanza, anche ai fini della efficacia clinica delle cure”. A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un servizio televisivo diffuso sul web:
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