Bari: la Grotta della Regina dove Bona Sforza faceva il bagno senza veli – link VIDEO esplorazione + indicazioni Torre a Mare

Bona Sforza

C’è una “piscina naturale” – un tempo ad uso esclusivo anche dei nobili antichi – nel quartiere barese di Torre a Mare, che continua a stupire turisti e conterranei:

Parliamo della Grotta della Regina, dove Bona Sforza d’Aragona – regina consorte di Polonia e granduchessa consorte di Lituania dal 1518 fino al 1548 e duchessa sovrana di Bari e principessa di Rossano dal 1524 fino alla sua morte – avrebbe qui fatto il bagno senza indossare veli. Ma questa affascinante località costiera sarebbe stata anche rifugio sicuro per i momenti di spensieratezza dei duchi di Carafa e di Giulio Antonio II Acquaviva d’Aragona. Un fatto è certo: ancora oggi, questa grotta (situata poco distante da Cala Fetta) rivela gradini scolpiti nella roccia e quello che forse un tempo rappresentava un vero e proprio stanzino per gli aristocratici. Qui è possibile godersi una vasca capace di raccogliere l’acqua marina: una vera e propria piscina naturale cui profondità raggiunge alcune decine di centimetri, rendendo il bagno sicuro per una nobildonna dell’epoca. A tal proposito, riportiamo qui sotto i link ad alcuni filmati diffusi sul web che svelano le attuali condizioni della Grotta della Regina (o “Grotta del Nobile”):

 

Nel territorio dell’attuale Torre a Mare sono state rinvenute tracce della presenza umana risalenti al IV millennio a.C. (Neolitico) nelle grotte di Cala Colombo sulla costa sud e nella grotta della Tartaruga in prossimità dello sbocco a mare di lama Giotta. In epoca romana, la località era posta lungo la via Appia-Traiana che congiungeva Barium (l’antica Bari) ed Egnatia. Alcuni storici ritengono che la Turris Juliana, una stazione di posta per il cambio di cavalli che l’Itinerarium Burdigalense (333-334 d.C.) collocava 11 miglia a sud di Barium, fosse in contrada Scamuso poco a sud di Torre a Mare. Intorno al 1500, allo scopo di difendere la costa dalle incursioni dei pirati e dei predoni che infestavano il mare Adriatico, fu edificata una torre di avvistamento, tuttora esistente al centro della piazza principale. Da allora la località prese il nome di “Torre Apellosa” o “Torre Lapillosa”, trasformato successivamente in “Torre Pelosa”, e divenne un piccolo borgo di pescatori che vivevano per lo più in trulli e grotte naturali e riparavano le proprie imbarcazioni nel porticciolo alla foce di lama Giotta. La grotta si trova nelle vicinanze dell’omonima via di Torre a Mare. Le indicazioni da Google Maps:

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