Caro energia, in Puglia l’uva resta invenduta o soggetta a speculazione

“A fronte della situazione di grandissima criticità che stanno vivendo i produttori di uva da tavola della regione Puglia, stretti nella morsa tra i rincari dei costi di produzione e delle tariffe energetiche, cui si sommano le conseguenze dell’andamento climatico, è fondamentale procedere urgentemente con la concessione di ristori immediati a favore degli agricoltori; condividiamo pertanto la proposta avanzata dall’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia di richiedere alla Commissione Europea di autorizzare l’utilizzo dei fondi della misura 22 del PSR per fronteggiare il caro energia, così come è avvenuto con la misura 19 in occasione della drammatica emergenza Coronavirus, dalla quale peraltro il settore ortofrutticolo era stato escluso”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Puglia Michele Palermo a proposito della situazione di grande sofferenza in cui versa il comparto. Mentre c’è persino chi preferisce non raccogliere l’uva a causa dell’aumento dei costi di produzione, dalle associazioni di categoria si torna a fare appello alle istituzioni:

“I produttori di uva da tavola, con particolare riferimento a quelli piccoli e medi, non hanno la possibilità di accedere ai finanziamenti, e stanno vivendo una situazione davvero drammatica, in quanto sono stati letteralmente travolti dal crollo dei prezzi e dall’aumento dei costi”, rimarca il presidente di Copragri, puntando il dito sulle “gravi speculazioni in atto, che pesano come una spada di Damocle sul settore”. “Stiamo assistendo a una vera speculazione a danni degli agricoltori: abbiamo riscontrato in alcuni casi prezzi di vendita ai consumatori fino a oltre 10 euro al chilo, quando poi lo stesso prodotto viene pagato agli agricoltori la miseria di 30/40 centesimi al chilo”, aggiunge Palermo, sollecitando un inasprimento dei controlli per evitare tali gravi distorsioni di mercato.

“È inoltre indispensabile stipulare accordi che possano favorire l’attuazione di campagne promozionali del brand Prodotti di Puglia, al pari di intese con il mondo della Grande Distribuzione Organizzata e con tutti gli attori della filiera che possano andare a fissare un prezzo che garantisca almeno la copertura dei costi”, conclude il presidente della Copagri Puglia, ad avviso del quale “è inoltre fondamentale approntare interventi strutturali per abbattere i costi burocratici a carico delle aziende”. Nella mattina dello scorso 11 ottobre, nella sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura si è svolto, in un clima di confronto produttivo, l’incontro dedicato alla questione dei costi dell’uva da tavola, con l’obiettivo di mettere insieme le esigenze di produttori e agricoltori. Presenti l’assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, il consigliere regionale e presidente della IV Commissione, Francesco Paolicelli, il direttore del Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone, i rappresentanti di Cia, Coldiretti, Copagri, del comitato per l’emergenza, le associazioni di categoria e i sindaci dei Comuni di Rutigliano, Giuseppe Valenzano e di Noicattaro, Raimondo Innamorato, e la consigliera comunale di Mola di Bari Mariantonietta Colonna.

Rincari costi di produzione, guerra in Ucraina, stato di calamità sono alcuni dei problemi che stanno avendo impatti traumatici sulle aziende agricole. Primo fra tutti i prezzi dell’uva da tavola spesso al di sotto dei 50 centesimi al chilogrammo, che al consumo arrivano a salire fino a 4 euro. Rinnovo varietale e diversificazione, contributo straordinario con l’utilizzo della Misura 22 del Programma di Sviluppo Rurale e naturalmente una relazione proattiva con la Grande Distribuzione Organizzata, per ridare forza al comparto dell’uva da tavola, in una rinnovata ottica di promozione del prodotto pugliese: sono questi gli assi portanti sui quali lavorare in un’ottica di programmazione a lungo, medio e breve termine, rimanendo compatti con tutti gli attori della filiera. Condizioni imprescindibili per affrontare le criticità che investono il settore dell’uva da tavola in Puglia secondo l’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia, ma senza dimenticare le questioni dei carburanti agricoli e del costo dell’energia, da discutere con urgenza con il nuovo governo, insieme al tema delle garanzie bancarie. L’assessore Pentassuglia si è impegnato a incontrare nei prossimi giorni i rappresentanti della GDO sulla questione dei costi dell’uva da tavola:

“Sentiremo le loro ragioni ma dobbiamo lavorare su un’operazione ben più ampia di aiuto e sostegno, che non si limiti solo al negoziare il posizionamento degli scaffali. Il momento è critico, nessuno lo nasconde, ma dobbiamo essere capaci di cogliere nuove opportunità. Per affrontare le difficoltà del settore dell’uva da tavola è partita l’attività con Bruxelles per l’utilizzo della misura 22 come contributo straordinario e sto lavorando sul fronte del marketing territoriale in maniera trasversale, con l’obiettivo di mettere in campo una valorizzazione reale di tutti i nostri prodotti”. E l’uva da tavola di Puglia è naturalmente tra questi.

“Quella di oggi è stata un’occasione di confronto, ma prima di tutto di ascolto – aveva detto il consigliere regionale Paolicelli -. Ci è stata richiesta solidarietà da parte di imprenditori, commercianti, agricoltori, padri di famiglia, che ogni giorno con il proprio lavoro contribuiscono a portare avanti l’economia dei nostri territori. Abbiamo il dovere di fermare ogni presunta forma di speculazione sui costi dell’uva, in particolare dell’uva da tavola, che in alcuni casi è arrivata a costare meno di 50 centesimi al chilo. Servono provvedimenti urgenti per il presente e per l’immediato futuro. A partire da un tavolo con la Grande distruzione organizzata, dal lavoro di promozione in Italia e oltre i confini nazionali; lavorare per il rilancio della Igp e investire nell’Organizzazione dei produttori. Inoltre vi sono le varie scadenze di mutui e prestiti agrari che i lavoratori del comparto contraggono per affrontare le diverse annate. Questa nello specifico segnata da rincari dei costi energetici e due importanti grandinate. Non possiamo fissare prezzi sui mercati ma di sicuro possiamo rendere migliori le loro condizioni di lavoro senza anche siano costretti ad affrontare costantemente lo spettro di non rientrare nelle spese o, peggio ancora, di non arrivare a fine mese”.

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