In Puglia l’uomo preistorico produceva gioielli in serie: scoperto “atelier” nella Grotta del Cavallo di Nardò

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Circa 600 oggetti di origine preistorica sono stati analizzati dai ricercatori nella Grotta del Cavallo di Nardò:

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si tratta di antichi gioielli realizzati con conchiglie dagli Homo Sapiens che frequentavano la zona migliaia di anni fa. Stando a quanto si apprende, i ricercatori hanno individuato ed analizzato monili, realizzati con materiali organici ma non deperibili, dipinti con pigmenti preistorici quali la terra rossa salentina, l’ocra, il ferro, e attraversati da spaghi (crini di cavallo, di solito) attraverso era così possibile tenerli al collo. Prove concrete di come i nostri antenati sapiens, fossero già ricchi di pensiero simbolico ispirato alla natura:

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come le spirali delle conchiglie, e sapevano usarle a scopo estetico (decorare sé stessi, valorizzare la propria bellezza), sociale (distinguersi dagli altri, definire ruoli e gerarchie) e rituale (utilizzarli come portafortuna, o artefatti religiosi). Il tutto si verificava circa 50.000 anni fa, quando Sapiens conviveva ancora con l’uomo di Neanderthal. Tra gli aspetti più affascinanti della scoperta, la presenza di gioielli prodotti “in serie” che danno quindi l’impressione di un’organizzazione sociale molto simile alla nostra.

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Recentemente protagonista anche di alcuni importanti documentari, la Grotta del Cavallo di Nardò ha consentito agli esperti di fare anche moltre altre scoperte: qui, ad esempio, è stato appurato come i primi uomini europei cacciavano con l’arco e la freccia già 40.000 anni fa.

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