Ictus, in Puglia si discute degli effetti collaterali degli anticoagulanti: la chiusura percutanea dell’auricola sinistra soluzione per i pazienti colpiti da controindicazioni

La chiusura percutanea dell’auricola sinistra rimane l’unica strada di prevenzione all’ictus ischemico per i pazienti con fibrillazione atriale non valvolare (FANV) e controindicazione all’anticoagulante orale. Di questo si è discusso questa mattina a Bari durante un importante incontro sulla centralità delle innovazioni di interventistica cardiovascolare per la prevenzione dell’ictus in questa specifica popolazione, che comunque non ha numeri trascurabili. Protagonisti della giornata organizzata da MAPCOM Consulting e realizzata con il contributo non condizionante di Abbott, sono stati, oltre a Cittadinanzattiva e A.L.I.Ce Onlus Puglia, alcuni degli specialisti più rilevanti della Regione quali neurologi, cardiologi, nefrologi ed ematologi e le istituzioni regionali che si sono dimostrate estremamente sensibili al tema. Le autorità intervenute hanno voluto sostenere l’urgenza di adottare anche per i pazienti pugliesi tutte le strategie cliniche e tecnologiche per limitare il rischio di ictus e i danni ad esso legati, come per esempio l’accesso all’intervento di chiusura percutanea dell’auricola sinistra.

“La prevenzione rappresenta una delle aree di intervento prioritarie per i sistemi sanitari dei Paesi e quella dell’ictus lo è in modo particolare  date le conseguenze dal punto di vista clinico economico e sociale che comporta la fase post-acuta. –  ha ricordato Vito Montanaro, Direttore del Dipartimento della Salute e del Benessere animale, Regione Puglia. – La Regione Puglia ha sempre mostrato particolare attenzione al tema della prevenzione dell’ictus ed è impegnata nel favorire il più rapido e ampio accesso alle migliori misure di prevenzione di una patologia così grave e invalidante.  Seguiamo inoltre con interesse lo sviluppo di  procedure innovative che aprono nuove strade al trattamento di pazienti. Infatti, è già stata definita ed attivata una rete assistenziale ben strutturata, che coinvolge tutte le province della Regione Puglia, nell’ambito dell’organizzazione complessiva dell’assistenza ospedaliera e delle reti tempo dipendenti. Attualmente è in corso l’attività di monitoraggio e di definizione, per il tramite del tavolo tecnico competente, di un ulteriore potenziamento della citata rete assistenziale”.

La fibrillazione atriale (FA) è la forma più comune di aritmia e in Italia colpisce circa 850.000 persone. La FA è un importante fattore di rischio e comporta un aumento delle probabilità di ictus di 5 volte rispetto alla popolazione generale. Il 90% dei coaguli che danno origine ad un ictus nei pazienti affetti da FA si formano nell’auricola sinistra. Il rischio di formazione di coaguli può essere tenuto sotto controllo tramite la somministrazione a lungo termine di anticoagulanti. Tuttavia, una parte rilevante dei pazienti con FA presenta controindicazioni assolute o relative agli anticoagulanti.

“I pazienti che soffrono di fibrillazione atriale hanno un rischio 5 volte più alto di incorrere in ictus cerebri. – ha evidenziato Massimo Grimaldi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia, Ospedale Generale Regionale “F. Miulli”, Bari. – Attualmente il trattamento più efficace di prevenzione è l’anticoagulazione a lungo termine e l’adozione di un corretto stile di vita. L’interruzione della terapia anticoagulante, per scarsa aderenza o in seguito ad eventi avversi quali l’insorgenza di gravi emorragie, espone nuovamente i pazienti al rischio di tromboembolie cerebrali o periferiche. Nei pazienti affetti da fibrillazione atriale non valvolare, con scarsa aderenza o con controindicazioni agli anticoagulanti, o con documentata scarsa efficacia di questi ultimi, la chiusura percutanea dell’auricola sinistra rappresenta una valida alternativa. Nell’auricola sinistra, che è un’invaginazione dell’atrio sinistro, durante fibrillazione atriale il sangue tende a “ristagnare” e può coagularsi. La chiusura percutanea dell’auricola serve proprio ad escludere questa camera dal resto dell’atrio sinistro al fine di evitare che i coaguli, in essa formatisi, possano migrare diventando emboli. Si tratta di una metodica percutanea, ovvero effettuata con cateteri inseriti attraverso la vena femorale. Questi sottili cateteri dopo essere giunti al cuore, si posizionano in atrio sinistro ed in particolare all’ostio dell’auricola. Si ottimizza quindi la posizione e si rilascia il sistema di chiusura che si autoespande e crea una vera e propria barriera che blocca l’ingresso del sangue in auricola.”

Si stima che in Regione Puglia i pazienti over 65 affetti da fibrillazione atriale che rischiano di incorrere in ictus sono circa 70.000[1]. Di questi circa il 10% presenta controindicazioni assolute o relative agli anticoagulanti e dunque, ha come sola opzione di prevenzione la chiusura dell’auricola sinistra. Purtroppo però a livello regionale, non essendoci un percorso diagnostico strutturato per il paziente e un finanziamento per la prestazione erogata dagli ospedali, l’accesso a questo intervento non è sempre garantito. Infatti negli ultimi 4 anni poco meno di 50 pazienti sono stati sottoposti a questo intervento mininvasivo, pur essendo circa 7.0001 i candidabili che, grazie alla valutazione multidisciplinare di ematologi, neurologi, nefrologi e cardiologi, potrebbero essere valutati per definire l’appropriatezza dell’intervento di prevenzione. Eppure in tutte le province pugliesi sono presenti diversi centri specializzati che hanno le competenze per poter identificare i pazienti candidabili ed erogare questa prestazione.

“I dati e le stime a nostra disposizione ci dicono che l’ictus rappresenta una delle malattie più frequenti collegata ad un ragguardevole rischio di morte e disabilità. È la seconda causa di morte nei Paesi occidentali e una delle prime cause di disabilità nelle persone adulte. I fattori di rischio lo collocano in stretta relazione con il complesso delle malattie cardiovascolari.  – ha ricordato Leonardo Barbarini, Direttore Neurologia, ASL Lecce. –  Poter garantire a tutti i pazienti che non hanno altre alternative di prevenzione dell’ictus, di poter accedere alla procedura di chiusura dell’auricola sinistra, consentirebbe alla nostra Regione di compiere un rilevante passo avanti. Inoltre, permetterebbe di intercettare le necessità dei pazienti più fragili e a rischio emorragico, offrendo una risposta di altissimo livello tecnologico-professionale.

Garantire un accesso rapido ed equo ai pazienti che altrimenti non hanno alternative terapeutiche vuol dire anche porre un freno al fenomeno della mobilità passiva dei pazienti, che spesso sono costretti a spostarsi in altre Regioni per poter accedere a questa opportunità terapeutica, caratterizzata da un elevato grado di innovazione e in grado di garantire al paziente la possibilità di riduzione sensibile del rischio di ictus. Per rispondere a questa difficoltà, tutti gli stakeholder pugliesi presenti all’evento hanno affermato il proprio impegno per favorire una migliore gestione della prevenzione dell’ictus.

Cittadinanzattiva Puglia è da sempre attenta alle questioni dell’accesso alle terapie e all’innovazione. – ha concluso Matteo Valentino, Segretario Regionale Cittadinanzattiva, Regione Puglia. – È cruciale, infatti riuscire a garantire ai pazienti che vivono in Puglia le stesse possibilità dei pazienti del resto d’Italia. Ben vengano dunque, iniziative del genere che mettono a confronto tutti gli attori di sistema locali per trovare soluzioni congiunte. Nel dibattito è emersa una convergenza d’intenti intorno ad una univoca direzione, quella della tutela dei pazienti più fragili e con limitate alternative terapeutiche. Mi auguro che quanto prima venga offerta la possibilità a tutti i pazienti pugliesi di potervi accedere. Ciò permetterà loro di essere sollevati da stressanti spostamenti in altre Regioni e curati vicino al proprio domicilio in un centro qualificato di alto livello.” .Nel dibattito sono intervenuti clinici di altissimo profilo provenienti da tutta la Regione.

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