FeliceMente in musica è il progetto riabilitativo sperimentale in cui è stato attivato il primo tirocinio in Puglia di una musicoterapeuta in una Azienda Sanitaria Locale. Stefania Colamartino, infatti, ha svolto il suo percorso nella Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza di Putignano con un gruppo di ragazzi e ragazze con disturbi del neurosviluppo tra gli 11 e i 14 anni. Tutoraggio e supervisione clinica sono stati curati da Filomena Dell’Orco, dirigente psicologa della NPIA Area Sud, che ha ideato, in collaborazione con la stessa tirocinante, il percorso terapeutico reso possibile da una convenzione sottoscritta tra la ASL Bari e la Pro Civitate Cristiana – Centro Educazione Permanente – Scuola di Musicoterapia di Assisi (PG).
Da agosto a ottobre 2022 ai giovani partecipanti sono state proposte attività ritmiche con diversi strumenti, body percussion, giochi di ascolto reciproco, improvvisazione e produzione musicale. Prima dell’inizio del progetto e subito dopo la sua conclusione è stata effettuata una valutazione neuropsicomotoria con la somministrazione di test standardizzati, per osservare e analizzare eventuali cambiamenti ottenuti relativamente alle abilità sensoriali, motorie, attentive e ritmiche. Il confronto tra i test prima e dopo l’attività musicoterapica ha dimostrato un netto miglioramento nell’area dell’attenzione, della discriminazione visiva e in quella della destrezza manuale. La musicoterapia, infatti, è un tipo di approccio complementare di grande aiuto nel velocizzare il percorso riabilitativo, nell’ampliare la gamma di miglioramenti ottenibili, ma anche il numero delle persone prese in carico.
I piccoli pazienti sono stati scelti, come campione omogeneo, tra quelli già in carico presso il laboratorio educativo di Putignano SMML, con regolare progetto riabilitativo, redatto dalle neuropsichiatre infantili Raffaella Pantaleo e Raffaella Monico, insieme all’équipe multidisciplinare. Nel corso del progetto, attuato tra agosto e ottobre 2022, ai giovani partecipanti sono state proposte attività ritmiche con diversi strumenti, body percussion, giochi di ascolto reciproco, improvvisazione e produzione musicale. Prima dell’inizio del progetto e subito dopo la sua conclusione è stata effettuata, di concerto con l’équipe, una valutazione neuropsicomotoria con la somministrazione di test standardizzati, per osservare e analizzare eventuali cambiamenti ottenuti attraverso il progetto relativamente alle abilità sensoriali, motorie, attentive e ritmiche.
Attraverso un canale espressivo come la musica, nel contesto riabilitativo, è stato possibile raggiungere un nuovo livello di profondità relazionale, ma è anche stato possibile interpretare il lavoro abilitativo/riabilitativo in chiave ludica, rendendolo innovativo, stimolante e accogliente, soprattutto per i bambini più piccoli, oltre che facilitare i trattamenti in un gruppo ridotto, permettendo così la fruizione da parte di un maggior numero di giovani utenti. Dalle valutazioni neuropsicomotorie e dal confronto dei risultati dei test, prima e dopo l’attività musicoterapica, è emerso un netto miglioramento nell’area dell’attenzione, della discriminazione visiva (intesa come individuazione dello stimolo target) e nell’area della destrezza manuale. Questo tipo di approccio complementare, del resto, può essere di grande aiuto nel velocizzare il percorso riabilitativo e nell’ampliare sia la gamma di miglioramenti ottenibili, sia il numero di utenti presi in carico.
Il buon esito del progetto, infine, è stato anche il risultato di una precisa scelta della Direzione Generale della ASL Bari e del Direttore Amministrativo in particolare, Luigi Fruscio, per individuare un percorso amministrativo adeguato allo svolgimento di un tirocinio e quindi di un progetto così innovativo, mettendo a disposizione il supporto tecnico della unità operativa di staff Affari Generali, con il dirigente Raffaele Iorio e i funzionari Gianpaolo Parisi e Margherita Paciello, e grazie alla disponibilità di Vito Lozito, direttore della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e di Mariano Manzionna, direttore del Dipartimento Medicina Età Evolutiva.
Fonti:
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