“Dall’Unione Europea servono più risorse alla piccola pesca”

“Nonostante costituisca il 66% dei pescherecci attivi in Italia, la piccola pesca costiera è responsabile soltanto del 23% degli sbarchi. Questi dati mostrano chiaramente l’esistenza di un forte squilibrio e la necessità di invertire la rotta delle politiche europee perché la piccola pesca possa continuare a svolgere un ruolo fondamentale per le comunità locali. La relazione votata oggi al Parlamento europeo a Strasburgo va in questa direzione, ma solo in parte. Di positivo c’è che nel testo, grazie agli emendamenti che ho presentato in commissione Pesca, si parla di salari dignitosi, di diversificazione del reddito, di promozione della filiera, di ricambio generazione e della necessità di assegnare più quote a questo segmento, troppo spesso sacrificato agli interessi dei grandi pescherecci“ – lo dice l’eurodeputata del gruppo Greens/EFA, Rosa D’Amato.

“Inoltre, si chiede agli Stati di fornire assistenza tecnica alla pesca artigianle a livello locale per accedere al supporto del Feampa, superando così gli ostacoli burocratici ed evitando il mancato sfruttamento di risorse fondamentali. Per ultimo, ma non meno importante, la relazione chiede di promuovere l’inclusione dei piccoli pescatori nel processo decisionale, anche attraverso la pianificazione dello spazio marittimo. Purtroppo, i punti positivi si fermano qui. Nella relazione ci sono scarsi impegni sul fronte della decarbonizzazione: non è passata la nostra richiesta di avere più fondi per sostenere la piccola pesca nella transizione ecologica. Mentre le lobby dei grandi pescherecci sono riuscite far inserire la richiesta di revisione della definizione della pesca artigianle, cosa che potrebbe garantire loro l’accesso ai trattamenti preferenziali previsti esclusivamente per questo segmento in diversi strumenti normativi europei, tra cui anche il Feampa” – ha concluso D’Amato.

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