Screening tumore colon/seno: Regione Puglia prima li blocca poi fa dietrofront e avverte il Governo centrale

Da oggi per migliaia di pugliesi non è stato più possibile accedere ai test genetici gratuiti per la prevenzione contro il tumore al colon e al seno. A confermarlo inizialmente una circolare diffusa dal dipartimento Salute della Regione Puglia che ha comunicato alle Asl ed agli ospedali regionali lo stop all’estensione degli screening per prevenire questo tipo di tumori. Un’estensione – su base anagrafica (si poteva accedere già a partire dai 45 anni) e per storia familiare di tumore – prevista da due leggi regionali approvate nel 2022 su proposta dell’attuale consigliere di Azione, Fabiano Amati. A quanto pare, dopo le polemiche, la Regione ha annunciato il dietrofront:

“La Giunta, riunita questo pomeriggio dalle ore 15.00, ha preso atto della decisione dei Ministeri della Salute e dell’Economia di chiedere alla Regione Puglia di sospendere gli screening previsti dalla legge regionale per i tumori al seno e al colon retto perché la Puglia è in piano operativo e le spese non sarebbero previste dai livelli essenziali di assistenza“ – fanno sapere dalla Regione:

“Poiché la Giunta – spiegano il presidente Emiliano e l’assessore alla sanità Palese – ritiene che al di là della qualificazione formale, gli screening tumorali per la mammella e al colon rientrino non solo nelle attività previste non solo dai Lea, ma dai protocolli, seppure per fasce di età superiori, ha chiesto al Dipartimento politiche della salute di revocare la nota inviata alle Asl, inoltrando al Ministero la richiesta di immediata autorizzazione ad eseguire gli screening anche con fondi del bilancio ordinario, che nelle more verranno immediatamente accantonati. Infatti la tutela della salute tramite gli screening allargati delle donne e degli uomini a più a rischio di gravi malattie resta uno dei punti qualificanti del programma della giunta regionale e su questo non intendiamo arretrare.

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