Antimafia Puglia: c’è anche un sovrintendente della Polizia Locale interdetto tra le misure cautelari emesse a San Severo (Foggia)

Otto misure cautelari sono state eseguite dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato a San Severo (in Provincia di Foggia) per detenzione e porto illegale di armi da fuoco aggravato dal metodo mafioso, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale e favoreggiamento personale. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese:

Stando a quanto si apprende, nei confronti di quattro degli otto indagati è stata disposta la custodia in carcere, per 3 gli arresti domiciliari. Per un’ottava persona, un vice sovrintendente del Comando Polizia Locale di San Severo, l’ipotesi di reato contestata è favoreggiamento personale e il gip del tribunale di Bari ha disposto la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per un anno. “L’aggravante mafiosa per alcuni degli arrestati è stata ritenuta sussistente in relazione alle modalità plateali dell’utilizzo delle armi che, illegalmente detenute, sono state portate anche in pieno giorno, alla presenza di più persone e in luoghi pubblici in un contesto di una guerra criminale armata sorta a seguito degli omicidi avvenuti a San Severo nei mesi di luglio e agosto 2021“, spiega la questura di Foggia. L’attività di indagine è nata dopo i due fatti di sangue avvenuti a San Severo nella notte del 12 luglio 2021 e nel pomeriggio del 14 agosto dello stesso anno:

nella prima circostanza un uomo, durante i festeggiamenti della vittoria della nazionale italiana di calcio agli europei, esplose diversi colpi di arma da fuoco nei confronti dei tre persone che erano a bordo di un motociclo, causando la morte di Anastasio e il ferimento del nipote di 6 anni, mentre nella seconda circostanza due uomini, all’esterno di un esercizio commerciale e in pieno giorno, spararono colpi di arma da fuoco nei confronti di altri tre persone, uccidendo Bonaventura. Secondo la ricostruzione degli investigatori, le armi illegalmente detenute avrebbero potuto essere utilizzate proprio per vendicare la morte di Bonaventura.

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