In Puglia gusci di cozze riciclati per l’edilizia: si risparmia tutelando l’ambiente. Ecco il progetto del Politecnico di Bari che coinvolge anche Barletta

L’Italia è tra i primi dieci produttori mondiali di cozze e ostriche con il 10% della itticoltura totale (fonte Fao-Fishstat). Su scala nazionale, la Puglia, con il 16% (fonte AMA) è la terza regione, dopo Emilia Romagna e Veneto, per produzione di molluschi bivalvi: principalmente cozze. Il settore, di notevole importanza per l’economia regionale, nel 2016 ha registrato una produzione di 10 mila tonnellate in peso vivo di molluschi (fonte Arpa Puglia). Di tale prodotto complessivo, mediamente oltre il 50% diventa scarto:

sedimenti non trattati

anzitutto gusci. A Taranto, uno dei più importanti centri d’Europa di mitilicoltura, la produzione giornaliera si aggira sulle 10 tonnellate, ma solo 2 tonnellate circa di gusci sono conferiti in discarica al costo medio di 100 euro per 1 tonnellata. I gusci di mitili, non si possono riciclare nell’umido essendo composti al 95% di carbonato di calcio, quindi di natura inorganica, non compatibili con il compostaggio. È, dunque, piuttosto diffuso il loro smaltimento illegale a terra e a mare con il conseguente impatto negativo sull’ambiente.

I porti. I sedimenti dei porti sono usualmente dragati per garantire la navigabilità e/o per rimuovere i contaminanti in essi presenti. In Italia ci sono circa 50 milioni di metricubi di sedimenti da dragare, con un incremento annuo di circa 5 milioni (fonte Assoporti). In Puglia sono presenti 89 porti con diverse caratteristiche e dimensioni. Per esigenze di manutenzione, economiche, ambientali, di sicurezza sono sottoposti ad operazione di dragaggio con certa periodicità. Lavori di dragaggio sono previsti in 36 porti regionali per un volume di sedimenti di oltre 3 milioni di metri cubi, in un arco temporale di 5-10 anni, per un costo di quasi 180 milioni di euro. Attualmente, i sedimenti dei porti sono gestiti come rifiuti e conferiti in vasche di colmata, con conseguente dispendio di ingenti risorse per lo smaltimento. Ciò è anche dovuto alla circostanza che essi necessitano di trattamenti chemo-meccanici complessi e dispendiosi per poter essere riutilizzati. Costo medio di smaltimento, 250 euro per 1 tonnellata. Tra i trattamenti, uno dei più utilizzati è la stabilizzazione con leganti idraulici tradizionali (cemento) il cui utilizzo e produzione, tuttavia, concorre alla emissione di notevoli quantità di CO2 in atmosfera (per ogni kg di clinker prodotto si registra circa 1kg di CO2 rilasciata in atmosfera). Le quantità degli scarti prodotti, rinvenienti dalle due distinte tipologie di materiali, gusci e sedimenti, sono enormi, così come i costi e i riflessi sull’ambiente.

sedimenti trattati

Da costo a risorsa. Da alcuni anni sono in corso presso i laboratori del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica del Politecnico di Bari in collaborazione con i centri di ricerca del Politecnico di Zurigo, ETH, studi e applicazioni su tali materiali di scarto. Tali studi sono approdati alla formulazione di un apposito progetto,  grazie anche al contributo di una borsa di dottorato di ricerca industriale finanziata dal Ministero nel programma PON RI.

Laboratorio
Gli studi hanno consentito di verificare, alla scala di laboratorio, l’efficacia  di un trattamento di stabilizzazione meccanica dei sedimenti con leganti parzialmente sostituiti da una farina di gusci di mitili preparata con una procedura prototipale senza calcinazione. La farina di gusci di mitili diventa, dunque, un additivo innovativo e sostenibile che consente di ridurre le quantità di cemento necessarie per la stabilizzazione dei sedimenti.

GREENLIFE4SEAS
Il progetto, dal titolo, “GREENLIFE4SEAS (GREen ENgineering solutions: a new LIFE for SEdiments And Shells)” è stato proposto all’Agenzia Esecutiva Europea per il Clima, le Infrastrutture e l’Ambiente da un consorzio formato da 9 partners, guidato dal Politecnico di Bari e composto da enti di ricerca, enti pubblici e aziende italiane con la presenza estera dell’Autorità portuale del Porto del Pireo (Grecia), uno dei più grandi porti del Mediterraneo.

4 milioni di euro
Il progetto è stato ammesso al finanziamento europeo, con oltre 4 milioni di euro per l’arco temporale 2023-2028, nell’ambito del programma “LIFE”, il più rilevante strumento dell’Unione Europea per il finanziamento a progetti inerenti azioni su ambiente e clima.
Il progetto, che coinvolge Italia e Grecia, mira a rappresentare un benchmark europeo di gestione virtuosa di due categorie di scarti di origine marina di difficile smaltimento: i sedimenti dragati e i gusci di mitili.

“Sediment CemShell mix”
I prodotti di tali trattamenti, ovvero le miscele di sedimenti, cementi e farine di gusci di cozze, denominato, “Sediment CemShell mix”, diventano dunque nuovi materiali che, nell’ambito del progetto GREENLIFE4SEAS verranno ulteriormente ottimizzati e trasformati in prototipi di prodotti industriali.

Bari e Barletta. Grazie alla collaborazione con le aziende partners del progetto (SIMEM S.p.A., Vitone Eco Srl e Noesis European Development Consulting) prototipi di frangiflutti, pavimentazione da esterni e modelli in scala per banchine verranno realizzati e messi in opera, quali prodotti green di nuova generazione, direttamente in alcune aree dei porti di Bari e Barletta, del porto di La Spezia in Italia e del Porto del Pireo in Grecia. In particolare, i porti di Bari e Barletta, diventeranno gli apri pista dell’iniziativa scientifica. Per il porto di Barletta è prevista la collocazione in aree pre-determinate di masselli autobloccanti da esterno (pavimentazione) e frangiflutti, mentre, per il Porto di Bari, sono previsti prototipi per banchina. Tali azioni e prodotti troveranno spazio successivamente nei porti di La Spezia e del Pireo.

La messa in opera sarà garantita grazie al partenariato con le Autorità di Sistema Portuali del Mar Adriatico Meridionale, Mar Ligure Orientale e al Porto del Pireo. Gli aspetti procedurali e gestionali saranno monitorati da ISPRA a valle dell’implementazione dei risultati della ricerca che saranno condotti dal DICATECh del Politecnico di Bari e dal CNR-IRSA di Taranto CNR-IRET di Pisa.

Il partenariato esteso include oltre 20 partners tra cui il Ministero della Transizione Ecologica, il Comune di Bari, diverse cooperative di mitilicultori di Taranto e La Spezia, Remtech expo e numerose aziende come Mapei, Prefabbricati Pugliesi e Vibrotek.

La squadra scientifica del DICATECh del Politecnico di Bari coinvolta nel progetto GREENLIFE4SEAS è così composta: Claudia Vitone (referente scientifico, responsabile di progetto) Leonardo Damiani (Direttore del Dipartimento), Federica CotecchiaMichele Notarnicola, Francesco Cafaro, Andrea Petrella, Sabino De GisiMatilda Mali, Rossella Petti, Francesca Sollecito, Francesco Todaro.

Il consorzio per il progetto invece è così articolato: Politecnico di Bari, coordinatore; Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca; Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale; Vitone eco srl; Simem spa; Autorità di Sistema Portuale Sud Adriatico; Noesis srl; Autorità di Sistema Portuale del Pireo; Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR.

Fonte: https://polibachronicle.poliba.it/gusci-di-cozze-e-sedimenti-dei-porti-da-scarto-dallingente-costo-economico-e-ambientale-a-risorsa-di-mercato-per-nuovi-manufatti/

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