Quelle segnalate nell’estate del 2023 lungo la costa di Santo Spirito (a Bari) rappresentano soltanto una parte delle numerose impronte fossili individuate già da diversi anni dagli esperti:
Il problema – conferma un noto paleontologo ai microfoni di un emittente televisiva, cui servizio riportiamo qui sotto – l’attribuzione della paternità di ogni scoperta non è importante quanto la loro tutela. Si tratta infatti di resti fossili che andrebbero conservati e studiati attraverso fondi ad hoc. Da anni, geologi e paleontologi stanno confermando l’importanza di finanziamento di studi scientifici per questi geositi ma i fondi scarseggiano mentre le piogge e l’acqua di mare – sperando non vi si aggiunga anche il vandalismo – continuano a danneggiare questi reperti. Si tratterebbe, nello specifico, non solo di impronte di anchilosauri vegetariani ma anche di resti di impronte tridattili appartenenti a piccoli dinosauri carnivori del Cretacico, ultimo periodo dell’era Mesozoica. Come riportato precedentemente da PugliaReporter.com, impronte di dinosauri carnivori decisamente più grandi e probabilmente più conservate sono state individuate in una cava abbandonata dell’entroterra di Molfetta, oltre alle numerose impronte di diverse specie di dinosauri vegetariani segnalate già da tempo dagli esperti lungo la costa che collega i territori di Trani e Bisceglie. Il link al servizio girato a Santo Spirito:
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