“La costa pugliese si estende per circa 940 km ed è costituita per il 33% da spiagge sabbiose sensibili all’erosione. I sistemi dunali rappresentano un prezioso sistema ecologico che costituisce un argine naturale alle acque marine e un sistema di accumulo di sabbia in grado di alimentare la spiaggia. L’arretramento della linea di riva è frequentemente associato alla demolizione delle dune, che sono costantemente minacciati dalla pressione antropica, dallo sviluppo urbanistico e dalla progressiva erosione. Anche a seguito di studi condotti dal Politecnico di Bari, il legislatore ha ritenuto di adottare misure di tutela sottoponendole al vincolo della LR. 17-2015 e del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale della Puglia (PPTR)” – ricorda il dott. Mauro Sasso – Presidente regionale dell’associazione Pro Natura – che prosegue:
“Ma, inaspettatamente, un emendamento alla Legge di Bilancio 2022 della Regione Puglia (L.R. 29 dicembre 2022, n. 32) ha escluso i sistemi dunali da questo regime di tutela: l’articolo 66 di questa Legge ha sottratto i cordoni dunali al vincolo dell’articolo 14 della L.R. 10 aprile 2015, n. 17 (Disciplina della tutela e dell’uso della costa) ed ha stabilito che “Le aree di cordoni dunali possono essere assentite in concessione allo scopo di realizzare gli interventi consentiti dall’articolo 56 delle Norme Tecniche di Attuazione del PPTR”. E qui la sorpresa. Questo articolo del PPTR vieta espressamente ogni modifica dello stato dei luoghi e consente solo la realizzazione di passerelle o strutture simili e opere facilmente rimovibili di piccole dimensioni finalizzate esclusivamente al recupero della duna, esclusivamente per le attività connesse alla gestione e fruizione dei siti tutelati, che non ne compromettano forma e funzione e che siano realizzati con l’impiego di materiali ecocompatibili. Insomma, oggi la Norma consentirebbe la concessione della aree dunali ma per scopi di tutela e salvaguardia, non certo per finalità commerciali. Non sono infatti previste “passerelle per accedere ai lidi in concessione”, né l’utilizzo delle dune per favorire la balneazione, ovvero afferma che ogni eventuale infrastruttura ha l’unico scopo di favorire fruizione e gestione ecologica dei siti che rimangono sempre e comunque soggetti a tutela. Questi concetti sono rafforzati dall’articolo 4, comma g) dell’Ordinanza Balneare 2023 della stessa Regione Puglia, che vieta di “mettere in pratica qualsiasi attività o comportamento che possa danneggiare i cordoni dunali e gli habitat naturali ivi esistenti”. Tant’è che gli apparati dunali e le aree di macchia mediterranea devono essere distinte dall’area in concessione balneare con apposite segnalazioni” – ha ricordato il dott. Sasso che ha quindi concluso:
“A nostro avviso, l’emendamento alla Legge di Bilancio della Puglia appare un maldestro tentativo di modifica dei regimi di tutela delle dune, che mette a rischio di ricorsi e denunce i concessionari e le pubbliche amministrazioni, in quanto è impensabile che un qualsiasi intervento sui sistemi dunali da parte di privati per creare un accesso ai lidi balneari non possa danneggiarne il delicato equilibrio ecologico. Riteniamo che la gestione degli ecosistemi dunali non possa essere affidata ai privati ma debba essere la Regione ad assumersi tutte le responsabilità di tutela, salvaguardia e gestione in quanto il loro stato di conservazione è intimamente connesso con tutto l’ambiente costiero e con il loro valore economico. La Federazione Nazionale Pro Natura – Puglia si unisce al coro di protesta che si è sollevato unanime da Associazioni, Ordini professionali e società civile e lancia un appello al Presidente Emiliano affinché si apra un confronto in sede istituzionale che rimedi agli errori compiuti” – ha concluso il Presidente di Pro Natura Puglia.
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