Puglia: a Taranto cultura come chiave di sviluppo, presentato il progetto di ricostruzione di una antica nave greca

Un progetto di archeologia sperimentale di particolare fascino: ricostruire in scale reale una replica navigante di una imbarcazione greco-arcaica del VI secolo a.C., utilizzando gli stessi materiali e tecniche di costruzione dell’epoca. Partendo dal “Jules Verne 7”, il più grande dei due relitti ritrovati nel 1993, durante scavi a Marsiglia, e lì esposti nel Musée d’Histoire. Il progetto di archeologia sperimentale, elaborato nell’ambito di un accordo di collaborazione tra l’Agenzia regionale Asset e la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo – che ha sede a Taranto – è stato presentato nell’ex Convento di Sant’Antonio del capoluogo ionico con il convegno “Rotte mediterranee: la costruzione di una nave storica a Taranto“, organizzato dagli stessi due enti.

Ma l’iniziativa vede anche un terzo protagonista: il Centre Camille Jullian (Cnrs, Università d’Aix-Marseille), prestigioso laboratorio di ricerca del Centro nazionale della ricerca scientifica francese, specializzato nella documentazione, studio e ricostruzione di antiche navi mediterranee. Lo sottolinea la soprintendente nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo, Barbara Davidde: “Questo intervento rientra nella collaborazione istituzionale tra la Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo e il Centre Camille Jullian, che prevede la realizzazione di programmi di ricerca congiunti dedicati allo studio e alla valorizzazione dell’archeologia navale antica del Mediterraneo. Il progetto di oggi si inserisce nel quadro di altri progetti di archeologia sperimentale che hanno visto la realizzazione di repliche di navi antiche. In questo caso, un progetto di ricerca che contribuirà a incrementare il patrimonio culturale della città di Taranto e sarà un importante strumento per promuovere e valorizzare la cultura del mare e della marineria antica in Italia e nel mondo”.

Sulla scia, la direttrice del Camille Jullian, Giulia Boetto: “Il progetto tarantino si pone sulla scia dell’esperienza francese – ha ricordato – di ricostruzione di repliche naviganti di antiche barche. Si tratta della replica di un veliero di circa 15 metri, largo 3,70. L’équipe di archeologi navali del Centre Camille Jullian ha accettato di partecipare alla sfida lanciata dall’Asset e dalla Soprintendenza, elaborando il progetto preliminare basato sui dati raccolti durante lo scavo del 1993. Da qui hanno prodotto una ricostruzione tridimensionale del veliero, che permette di conoscere tutti i dettagli necessari alla costruzione secondo le tecniche cantieristiche dei mastri d’ascia della Grecia antica”. In particolare, la costruzione “su fasciame”, usando gli stessi tipi di legni mediterranei – con parti anche cucite – e peci cere e olii per la stagnatura”.

L’imbarcazione sarà ormeggiata in pianta stabile nel porto di Taranto in occasione dei XX Giochi del Mediterraneo del 2026, pronta a salpare per brevi navigazioni aperte al pubblico. L’intera operazione segue dunque un filo rosso, che spiega spiega il direttore dell’Asset Elio Sannicandro: “L’iniziativa è collegata al progetto del Centro immersivo digitale sulla storia e cultura del Mediterraneo, finanziato nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo. L’intero programma di interventi si ricollega al Piano strategico Taranto futuro prossimo, realizzato da Asset per la Regione Puglia, fra le iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale del capoluogo ionico e della sua identità storica, una delle principali leve di sviluppo ecosostenibile della città dei due mari. Che si inseriscono in una visione strategica di sviluppo ecosostenibile del capoluogo ionico, con progetti innovativi legati alla transizione ambientale, socio-economica e culturale in atto. Azioni tangibili di resilienza attraverso decine di progetti riguardanti la blue economy, la rigenerazione urbana, i XX Giochi del Mediterraneo Taranto2026 e, appunto, numerosi progetti culturali basati sulla storia millenaria di una città situata al centro del Mediterraneo”.

Tira le somme il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci: “Il contributo che ci offre un’iniziativa così strutturata e importante è tutto nella possibilità di utilizzare le attuali conoscenze scientifiche per capire ancora più a fondo la grandezza della nostra storia. Non siamo di fronte a un banale esercizio di modellazione, questa riproduzione è una macchina del tempo, è un’opportunità per rivivere le origini di quel rapporto con il mare che ha segnato la nostra città per oltre 27 secoli, e che promuoveremo anche attraverso il Centro immersivo che realizzeremo per i Giochi del 2026. Grazie al mirabile lavoro di Soprintendenza e Asset, quindi, con la fattiva collaborazione dell’Università di Marsiglia e del Cnrs, navigheremo come i nostri antenati e, come loro, ci imbatteremo ancora nella meraviglia di quella perla adagiata nel Mediterraneo che è Taranto”.

Presente anche il presidente dell’Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete: “Per una città come Taranto che fu un antico porto greco è un nuovo tassello identitario, in grado di richiamare turisti e aumentare l’offerta formativa vero i giovani che vogliano studiare attività legate al mare”. L’incontro, moderato da Patrizia De Luca, presidente dell’Associazione Amici dei Musei di Taranto, si è allargato a esplorare in generale le sfide e le opportunità legate alla valorizzazione e promozione dei beni culturali attraverso pratiche e strumenti innovativi, anche grazie agli interventi dei funzionari archeologi del ministero della Cultura, Angelo Raguso, che ha richiamato il progetto Amphitrite, con una nuova imbarcazione tecnologica per la ricerca archeologica nelle profondità del Mare Nostrum, e Francesco Carrera, approfondendo le antiche rotte commerciali del Mediterraneo.

In chiusura di serata, il suggestivo spettacolo di video mapping legato al tema, realizzato dal video artist Hermes Mangialardo.

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