E’ questo il vero volto di Federico II, “padre” di Castel del Monte? Un affresco rivela che … – video

A distanza di secoli dalla sua morte, la figura dell’Imperatore Federico II di Svevia risulta ancora oggi paradossalmente popolare quanto misteriosa:

la cripta di Santa Margherita a Melfi (fonte foto embed: wikipedia.org)

Oltre alle funzioni dei numerosi manufatti da egli costruiti – in primis ma non solo Castel del Monte, ritenuto dagli esperti ufficiali un simbolo di potere economico e non “magico” come ritenuto dai cultuori del simbolismo esoterico – il mistero legato all’Imperatore svevo ruota anche attorno al suo reale aspetto fisico. Di Federico II si sa che era probabilmente aveva barba e capelli rossicci ma il suo volto non è rappresentato nei dettagli se non attraverso opere artistiche più simboliche che capaci di riprodurre un aspetto realistico. Tuttavia, una di queste realizzazioni – ubicate in Basilicata – ci regala ancora oggi dettagli che confermerebbero la sua fisionomia. Parliamo di un affresco in stile bizantino situato di una parte di una delle pareti della chiesa di Santa Margherita di Melfi, in provincia di Potenza:

La barba rossiccia, la presenza di una donna più alta di lui dagli occhi azzurri – che potrebbe essere Isabella d’Inghilterra, una delle sue mogli cui spoglie mortali sono oggi custodite nella cripta cattedrale di Andria come riportato in un precedente approfondimento a cura del blog VideoAndria.com – come anche la presenza di un falco, di una daga araba – cultura che ha influenzato l’imperatore, promotore della Sesta Crociata, l’unica pacifica della Storia – di un ibis a tre punte, come anche la presenza di due borse da caccia con sopra un fiore ad otto petali (impossibile non pensare al collegamento con il simbolismo rappresentato dal maniero federiciano!) dimostrerebbero che ciò che i visitatori di questa chiesa rupestre possono ancora oggi ammirare davanti a loro è una delle rare “fotografie” d’epoca dell’Imperatore:

Alle sue spalle, oltre alla moglie, secondo la tradizione vi sarebbe raffigurato anche il figlio Manfredi. Del resto, siamo a Melfi, lì dove lo storico castello fu anch’esso abitato un tempo da Federico. Tuttavia, la Storia ufficiale della rappresentazione artistica della chiesa rupestre non parla dello Stupor Mundi:

Il castello di Melfi (fonte foto embed: wikipediaorg)

L’antico affresco rappresenterebbe “l’incontro dei tre vivi e dei tre morti”: come narra la leggenda, tre nobili cavalieri, di ritorno da una battuta di caccia si imbattono in tre scheletri che ammoniscono sulla caducità della vita con la frase “noi eravamo quel che voi siete, voi sarete quel che noi siamo”. L’affresco rappresenta tre nobili e due scheletri- il terzo era forse presente nella parte di intonaco caduta. La leggenda viene tramandata da un poemetto della seconda metà del XIII secolo di Baudouin de Condé, menestrello alla corte di Margherita II contessa di Fiandra (1244-1280). L’opera di Melfi si distingue dalle rappresentazioni italiane dell’Incontro, dove spesso compare la figura dell’eremita o dove i cadaveri giacciono a terra nelle bare aperte. La scena è schematica e immediata e segue l’impostazione propria delle miniature che adornavano i codici dei poemetti sull’Incontro, diffusi a partire dal XIII secolo. Tali miniature sono le prime raffigurazioni relative al tema e costituivano un modello iconografico anche per le rappresentazioni murali. La corte angioina era un motore di miti laici e cavallereschi e la sua presenza a Melfi può spiegare l’influenza diretta di un modello miniatorio. Questo racconto potrebbe essere stato riutilizzato dagli autori dell’affresco per umanizzare al meglio la figura di Federico II? Molto probabile ma la certezza assoluta, almeno per ora, non c’è. La chiesa venne scoperta e illustrata per la prima volta da Gian Battista Guarini, in un saggio pubblicato nel 1899 sulla rivista Napoli Nobilissima. Secondo lo studioso, lo scavo dell’edificio fu effettuato dai monaci basiliani stabiliti nel Vulture intorno all’anno Mille, mentre il santuario fu fondato nel XIII secolo da parte delle comunità benedettine attive nei pressi della collina. A tal proposito, riportiamo qui sotto i link ad alcuni interessanti video-approfondimenti diffusi sul web:

Il probabile volto di Federico II nella Cripta di S. Margherita a Melfi – link video:

Chiesa Rupestre Santa Margherita – Melfi (PZ) – link video:

Chiesa Rupestre Santa Margherita – Melfi (Potenza) – link video:

Fonte: https://www.videoandria.com/svelato-il-volto-di-federico-ii-gli-affreschi-che-rivelano-il-collegamento-con-castel-del-monte/

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