U’ Scand (U shkàndə), letteralmente “lo spavento“, è stata un’usanza del folclore andriese che prevede la pratica di specifiche preghiere tramandate da donne per alleviare i mali della mente e del cuore. In passato, questa vecchia usanza risultava alquanto radicata nella cultura popolare andriese e si basava sulla convinzione che alcuni mali, come la depressione, l’ansia, le fobie e i disturbi del sonno, fossero legati da uno “spavento” spirituale, che poteva essere provocato da un evento traumatico, da un’esperienza negativa o da un’influenza esterna:
Le donne che praticavano u’ Scand erano chiamate “scante” o “scandatrici” ed erano ritenute dotate di un particolare dono spirituale che avrebbe permesso loro di comunicare con il mondo soprannaturale e di guarire le persone dal loro “spavento“. Parliamo di un periodo storico in cui la Scienza e la conoscenza non erano ancora diffuse nella maggioranza della popolazione che, davanti ai malanni della vita, si affidava alle credenze popolari e a metodi religiosi fai da te (non riconosciuti dalla Chiesa Cattolica) e piuttosto radicali. Tuttavia, tale fenomeno fa comunque parte della nostra Storia ed è pertando meritevole di nota a tutela della memoria storica. A distanza di molti anni, è possibile fare una parziale ricostruzione di questa usanza popolare:
La pratica di U’ Scand – oramai in disuso e per nulla riconosciuta ne dalla Scienza e neppure tantomeno dalla religione ufficiale – iniziava con il segno della croce, che veniva eseguito per tre volte. A seguire, le scante recitavano una serie di preghiere e formule magiche (anche se in molti sostengono che tali usanze non possano essere associate alla magia), che venivano tramandate oralmente da generazione in generazione solo ed eslcusivamente tra donne, spesso tra una donna morente ed una più giovane e in salute. Queste preghiere erano in molti casi rivolte a Dio, alla Madonna e ai santi, ed erano accompagnate da gesti simbolici, come il tocco della testa, del petto o della fronte del paziente. Chi la praticava, riteneva che “u’ Scand” fosse efficace nel lenire i mali della mente e del cuore e che potesse aiutare le persone a ritrovare la serenità e la pace interiore. Tra i “resti” delle preghiere, ricordiamo questi tre versi:
“Signore, allontana la lacrima dagli occhi e il dolore dal cuore”.
“Madre mia, tu che sei la madre di tutti, aiutami a trovare la pace”.
“San Rocco, tu che hai guarito dalla peste, guarisci anche me da questo male”.
Questa preghiera è rivolta a Dio, alla Madonna e a San Rocco, e chiede la loro intercessione per alleviare il dolore e la sofferenza del paziente. Come precisato inizialmente, la pratica di u’ Scand è in declino, ma potrebbe essere ancora praticata in alcune zone dell’entroterra andriese. Si tratta di usanze del vecchio folclore andriese, in larga maggioranza messe da parte dalla Medicina e dalla psicologia. Precisazioni: questo approfondimento è stato creato per contribuire ad arricchire il nostro archivio online e tutelare la memoria storica. Con il materiale pubblicato non si pretende, pertanto, né di dimostrare nulla e nemmeno di creare scontri tra chi sostiene la pratica di simili usanze e chi preferisce dimenticarla. L’obiettivo resta quello di conservare la Storia identitaria del nostro territorio, a prescindere dalle opinioni di ognuno. Ricordiamo che è possibile seguire tutte le notizie dedicate alla storia locale anche sulla Pagina Facebook.com/andriantica. (Fonte: VideoAndria.com).
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