“Xylella in Puglia? Trovata in pochissime piante” secondo uno studio scientifico. Ma “le poche ricerche alternative hanno condannato anche gli ulivi sani”

Per anni menzionato da media, istituzioni e gruppi di esperti, il batterio della Xylella fastidiosa in Puglia è stato, purtroppo, di azioni estreme e abbattimenti di molteplici alberi di ulivo, ritenuti infetti. Tuttavia, a distanza di anni dall’allarme xylella nella nostra regione, non mancano studi scientifici controcorrente:

Secondo uno studio pubblicato nel 2024 a firma di Ciervo e Scortichini, infatti, il batterio sarebbe in realtà stato trovato in pochissime piante. Ma “le poche ricerche alternative hanno condannato anche gli ulivi sani”. “Nell’ottobre 2013, Xylella fastidiosa subsp. pauca (Xfp) è stato segnalato come associato al declino degli uliveti nel Salento (Puglia, Italia) e denominato “sindrome del declino rapido delle olive” (OQDS). A causa dello stato di quarantena, nella Regione Puglia sono state stabilite una serie di azioni obbligatorie per impedirne l’ulteriore diffusione nel territorio. Dopo la delimitazione delle zone di “contenimento” e “cuscinetto”, in queste aree sono state effettuate indagini di monitoraggio per campionare olivi e altre piante ospiti che mostravano sintomi presumibilmente attribuibili all’OQDS. L’eradicazione delle piante risultate positive alla Xfp, comprese anche tutte quelle asintomatiche in un raggio di 100 o 50 m, è stata effettuata in 10 anni. È stata effettuata un’analisi basata sui dati ufficiali di tali attività di sorveglianza nel corso di un decennio” – si ricorda nello studio scientifico che nel suo abstrac prosegue:

“I dati mostrano che l’incidenza dell’Xfp nelle zone “contenimento” e “tampone” è molto bassa, soprattutto durante le ultime tre campagne dal 2020-2021 al 2022-2023, quando il batterio è stato rilevato in un intervallo compreso tra 0,06% e 0,70%. delle piante campionate. Nella maggior parte degli alberi campionati che mostravano sintomi di OQDS, il batterio non è stato rilevato. Sulla base di questi dati e secondo modelli epidemiologici che hanno verificato il ruolo trascurabile degli olivi asintomatici nella diffusione dell’OQDS, proponiamo di eliminare la norma che impone lo sradicamento di tutte le piante ospiti che circondano un albero Xfp-positivo in un raggio di 50 m . Una tale implementazione potrebbe salvare molti ulivi secolari e monumentali sani e lo straordinario paesaggio a cui contribuiscono” – hanno aggiunto gli autori dello studio, cui risultato di ricerca è consultabile online al seguente link: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jph.13272.

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