La cripta di Siponto, le strane “energie” e la dedica di un amore perduto

A colpire non è soltanto la straordinaria chiesa antica (nonché l’oramai popolare ricostruzione in rete saldata zincata, meta per numerosi turisti) ma anche la sua cripta che a sua volta continua ad affascinare per le numerose figure geometriche e per una storia alquanto singolare che, a detta di coloro che ci credono, contribuirebbe a liberare insolite “energie“. Ma andiamo con ordine:

La basilica minore di Santa Maria Maggiore di Siponto, comunemente conosciuta come basilica di Siponto era l’antica cattedrale di Siponto (nel territorio dell’attuale Manfredonia, in provincia di Foggia), eretta nel 1977 a basilica minore dal cardinale Corrado Ursi quale rappresentante di papa Paolo VI.[1] La basilica è dedicata a Maria Santissima di Siponto. L’icona di Maria Santissima di Siponto viene festeggiata il 31 agosto, mentre il primo settembre ha luogo la festa di Sant Andrea con la processione di barche in mare. La prima data documentata è quella del 1117, quando la chiesa venne solennemente consacrata e ci fu la reposizione delle reliquie di san Lorenzo Maiorano sotto l’altare maggiore; si pensa che in quell’anno sia avvenuto il passaggio di consegne tra la nuova chiesa (questa) e la vecchia basilica paleocristiana (già basilica pagana), ridotta oggi a soli ruderi di interesse archeologico. La chiesa superiore sorgeva su quella inferiore, databile all’alto medioevo, costruita con i ruderi della vecchia caduta dopo un terremoto. Per secoli è stata custodita l’icona di Maria Santissima di Siponto, databile all’XI secolo e custodita attualmente nella cattedrale di Manfredonia per questioni di sicurezza; come anche la statua lignea detta la Sipontina o Madonna dagli occhi sbarrati dell’XI secolo, in legno policromo di carrubo d’origine bizantina, che fu la prima Madonna che si venerò a Siponto. La ricorrenza si tiene dal 22 al 31 di Agosto, e terminano con una processione e i festeggiamenti nella piazza antistante alla cattedrale. L’antica struttura, ricorda anche il Ministero della Cultura, ha la forma di un cubo sormontato al centro da una piccola cupola e una cripta con ingresso dall’esterno:

fonte foto embed: ministero della Cultura

Qui, è possibile ammirare anzitutto numerosi simbolismi, dal quadrato (simbolo del mondo finito) al più divino Triangolo (che rappresenta da sempre la Trinità), ma anche il pentagono. Strutture geometriche che sfiorererebbero la “proporzione aurea “ , o “divina proporzione” (come definiti da Luca Pacioli nel suo trattato “de Divina proportione”) cui stile simbolico ricorda anche alcuni simbolismi di Castel del Monte (il castello medievale di Federico II, patrimonio Unesco ubicato nel territorio di Andria). Sul lato destro della cripta è ancora oggi ben visibile un’epigrafe. L’antico manufatto conferma il transito dell’allora Arcivescovo che consacrò anche l’Altare Maggiore in onore di Santa Maria Maggiore di Siponto e pose sotto di esso le Reliquie di due Martiri: Benvenuto e Cesario. Per questo anniversario, la stessa autorità religiosa concedeva ai fedeli che avessero visitato la chiesa:

“cento giorni  di  indulgenza in forma consueta”

Un’altra epigrafe, posta sopra l’ingresso della Cripta  e datata 1708 testimonia invece i lavori di sistemazione e della nuova campana donata. Le altre iscrizioni sono invece di tipo funerario e alcune sono molto  toccanti, come quella dedicata al giovanissimo Lorenzo Imparati  morto a  soli tre anni, cinque mesi, diciannove giorni. E’ infatti possibile leggere la dedica:

“piccolo fiore agli affetti tolto”

Un’altra  commovente menzione è quella dedicata  Nobildonna Nicoletta Margiotti, morta invece a ventidue anni nel 1813 e per la quale, il marito, innamoratissimo, chiede al passante (Viator) di  deporre un fiore sulla tomba e dedicare  alle ceneri  una lacrima. Per lei, il suo sposo – Camillo De Simeoni – dedicò una lapide in latino. La traduzione, dovrebbe essere la seguente:

“Quando non sarò più in grado di adornare questa tomba con un fiore, e le mie lacrime non potranno più bagnare l’amore che ho perduto, voi che passate davanti a questa pietra, vi prego di fermarvi. Lasciate un fiore perché la fragranza e la bellezza di quell’amore possano durare per sempre”.

Nella stessa cripta vi è anche una lettera di Papa Paolo VI, i resti della tomba in marmo del Duce delle Armi Emilio Tulliano, morto nell’anno 505 dell’Era Cristiana. C’è poi chi sostiene di aver percepito “energie positive” durante la visita in cripta. Di certo, un luogo capace di trasmettere forti emozioni, anche a distanza di molti secoli.

Fonte foto: https://museipuglia.cultura.gov.it/photo-gallery-siponto/

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