Puglia: violenta rissa in via Cesare Battisti a Taranto, otto DASPO “fuori contesto”

Non si è fermata l’attività della Polizia di Stato in ordine alla rissa del 30 marzo scorso che vide coinvolte otto persone facenti parte di due distinti gruppi familiari e che portò, nell’immediatezza dei fatti, alla denuncia in stato di libertà perché presunti responsabili del reato di rissa aggravata. Grazie alla minuziosa attività svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine, il Questore di Taranto Massimo Gambino ha emesso nei loro confronti otto provvedimenti amministrativi del DASPO c.d. “fuori contesto”, adottato indipendentemente dalla realizzazione di condotte violente in occasione o a causa di manifestazioni sportive, qualora, per effetto anche solo della denuncia per uno dei reati indicati nella disposizione, venga formulato un giudizio di pericolosità nei confronti del soggetto al quale sia necessario, proprio per la sua pericolosità impedire l’accesso ai luoghi destinati a ospitare manifestazioni sportive.

L’obiettivo è quello di evitare che, all’interno delle tifoserie, si verifichino infiltrazioni di soggetti ritenuti pericolosi e di prevenire la realizzazione di episodi di violenza in luoghi ad alta densità sociale. Per uno di questi, un giovane tarantino di 22 anni, la misura di prevenzione è stata stabilita per un periodo di cinque anni. Le indagini della Squadra Mobile consentirono di raccogliere indizi utili a ritenere che il 22enne sarebbe giunto sul luogo della violenta lite percorrendo controsenso con la sua auto via Cesare Battisti e che poco dopo avrebbe prelevato un “crick” dalla sua auto con il chiaro intento di colpire i contendenti.

Quest’ultimo – già gravato da precedenti penali nel novembre del 2022 – era stato colpito da un analogo provvedimento interdittivo per un periodo di due anni. Per gli altri sette coinvolti nella violenta rissa, in considerazione della loro violenta personalità che potrebbe provocare ancora turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica il DASPO, è stato stabilito per un periodo di due anni. Il personale della Divisione di Polizia Anticrimine ha notificato il provvedimenti emessi alle parti interessate.

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