Il cormorano in Puglia non va demonizzato: c’è sempre stato ed è segnale di pescosità del mare mentre in altre zone del mondo fa “amicizia” con i pescatori

Oramai numerosi i comunicati diffusi online riguardanti un presunto aumento della popolazione dei cormonani, ennesima specie demonizzata poiché ritenuta responsabile di presunti danni alla pesca pugliese. E’ giusto che il settore della pesca esponga i suoi problemi e disagi ma è anche vero che queste segnalazioni – legate prettamente a questioni economiche e professionali – non dovrebbero giustificare abbattimenti di una specie, “colpevole” di vivere nel suo habitat naturale. Ciò che invece non viene spesso ricordato è che il Phalacrocorax carbo (questo il nome scientifico dell’animale) è una specie che non vive in Puglia tutto l’anno ma che da sempre giunge anche sulle nostre coste nel corso del ciclo stagionale:

Anzitutto occorre ricordare come sia da sempre risaputo che i pesci costituiscono la base essenziale dell’alimentazione dei cormorani, che passano tuttavia solo il 20% della loro giornata a pescare, di preferenza al mattino e all’inizio del pomeriggio: la ricerca del cibo cessa in genere molto prima del tramonto. Tuttavia, i cormorani svernano in genere sempre negli stessi luoghi e spesso anche sullo stesso albero, come ha potuto constatare in Vandea l’ornitologo francese Pierre Yesou. Di conseguenza, anche nell’ipotesi di un aumento notevole della popolazione (che non risulta attualmente negli studi scientifici, che parlano solo di variazioni legate agli aggiornamenti di censimento della popolazione) verrebbe comunque distribuito in molteplici paesi del mondo e non concentrato in alcuni punti. A questo, poi, si aggiunge una caratteristica che fa del cormorano, inaspettatamente, contributore della riduzione di consumo di pesce per i suoi più popolari “coinquilini” pescivori, i gabbiani:

Forse non tutti sanno, infatti, che i gabbiani volano spesso nelle vicinanze del cormorano comune perché si nutrono in modo indiretto dei frutti della sua pesca. Il cormorano, qualora disturbato nel corso della digestione, rigurgita facilmente il contenuto del suo stomaco prima di fuggire: le parti della preda meno digeribili, come le spine e le squame, sono avvolte in una specie di sacca di muco rosso prodotto dalle pareti dello stomaco. Ed è proprio su questo bocconcino prelibato che i gabbiani si gettano in picchiata. I cormorani comuni vivono anche accanto ad altre specie di cormorani senza che con queste vi sia una vera concorrenza alimentare: infatti le loro prede sono più grosse e non interessano molto i potenziali rivali. Per quanto riguarda l’ipotesi di un aumento delle frequentazioni delle coste pugliesi da parte di questo uccello selvatico per via dei cosiddetti “cambiamenti climatici”, recentemente, un esperto dell”Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (Ispra) intervistato, ha fatto notare come le temperature più miti spingerebbero i cormorani a svernare più a nord, non certo in Puglia. Il cormorano, così come i gabbiani, è un uccello che è sempre vissuto nella nostra regione e che non ha aumentato la razione di pesce giornaliera, a differenza di quanto invece accaduto la nostra specie. Le preoccupazioni di noi esseri umani, dunque, non dovrebbero concentarsi solo sulla rendita economica e sulla ricerca di un facile capro espriatorio (vedasi anche la presenza di pappagallini rinselvatichiti, gli ormai arcinoti parrocchetti, anch’essi indicati come causa di danno alle attività umane, mentre lo stesso settore agricolo registra paradossalmente produzioni da record) a anche sulla tutela della biodiversità delle nostre coste, invevitabilmente collegata con la salute del nostro mare (e quindi, con il rendimento futuro del pescato) ma, piuttosto, su quanto possiamo fare per evitare che una pesca eccessiva possa danneggiare un mare che non appartiene a nessuno se non alla natura e che va inevitabilmente condiviso con migliaia di specie animali e vegetali. La presenza del cormorano in Italia e nel resto dell’Europa, lo ricordiamo, è oggetto di costante ricerca anche da parte della Wetlands International e IUCN Cormorant Research Group, cui dati consultabili al sito cormorants.freehostia.com. Un interessante studio scientifico su questa specie è disponibile al seguente link: https://doi.org/10.1093/zoolinnean/zlad041. Infine, riportiamo un filmato che documenta l’affascinante forma di convivenza tra un pescatore asiatico ed alcuni cormorani:

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