In Puglia una struttura sanitaria privata diventa pubblica

Nei giorni scorsi, la notizia della trasformazione del centro di riabilitazione San Raffaele di Ceglie Messapica (in provincia di Brindisi) da struttura privata a pubblica ha fatto molto parlare di se:

Consiglio regionale, approvata la legge di istituzione del Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica

Approvata a maggioranza con 11 astenuti e 24 voti favorevoli la proposta di legge con cui si istituisce la struttura di riabilitazione ospedaliera di Ceglie Messapica, di proprietà della Asl Brindisi e attualmente in esercizio con funzioni limitate di riabilitazione, quale “Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica – CRRiPOCeM”, di cui è primo firmatario il presidente della Commissione Bilancio. La legge stabilisce che il “Centro regionale pubblico di riabilitazione ospedaliera di Ceglie Messapica – CRRiPOCeM” sarà di proprietà e gestione interamente pubblica, rientrando nell’organizzazione funzionale della Asl di Brindisi, corredato da tutte le unità operative, relativi day hospital e per tutti i livelli, regimi e fasi delle attività riabilitative. Per il raggiungimento dello scopo, l’Asl Brindisi potrà avvalersi nella gestione sanitaria del CRRiPOCeM, previa sottoscrizione di protocollo d’intesa, di altre Aziende Ospedaliere Universitarie o Asl della Regione. Nell’ambito della programmazione regionale sul fabbisogno di posti letto riabilitativi, al CRRiPOCeM è assicurata la priorità nell’assegnazione, al pari di altre strutture interamente pubbliche, sino alla copertura di tutti gli spazi disponibili e idonei. La gestione interamente pubblica è riferita ai servizi e alle attività sanitarie.

Il funzionamento del CRRiPOCeM è improntato all’eccellenza riabilitativa e alla tenuta in carico del paziente per l’intero percorso riabilitativo, stabilito sulla base della normativa, delle linee guida e relative prescrizioni cliniche di carattere soggettivo, anche utilizzando tecnologie di tele-monitoraggio, tele-medicina, robotica, intelligenza artificiale, ovvero tecnologie aventi lo stesso obiettivo. Il passaggio alla gestione interamente pubblica del CRRiPOCeM avviene alla scadenza di contratti di gestione attualmente in corso o in regime di proroga. Qualora anche il periodo di proroga risulti scaduto alla data di entrata in vigore della legge, il subentro nella gestione pubblica diretta della Asl competente avviene entro e non oltre 40 giorni dall’entrata in vigore, ovvero 50 giorni se le ragioni risultino opportunamente motivate e sotto il profilo oggettivo. È nullo ogni nuovo e ulteriore provvedimento di proroga. Il personale in servizio alla data di entrata in vigore della legge, transita nell’organico della Asl competente nel rispetto della normativa vigente o – nella misura del 50 per cento come stabilito da un emendamento approvato all’unanimità – con procedure di selezione per soli titoli, ove compatibili con il profilo professionale, e comunque valorizzando l’esperienza lavorativa svolta per la stessa tipologia di servizio. Entro e non oltre 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, la Regione provvede alla rimodulazione e relativa assegnazione dei posti letto prevista e con le regole di priorità previste.

La Asl Brindisi assicura il raggiungimento degli obiettivi normati, adottando un puntuale provvedimento di programmazione entro e non oltre 180 giorni dalla data dell’entrata in vigore della legge, con relativo cronoprogramma. È stato ritenuto necessario un approfondimento di natura tecnica in merito alla norma finanziaria, sollecitato dai consiglieri di opposizione, in virtù dell’opportunità di rendere più congrua la cifra stimata, sulla base di quanto è riportato nel testo, secondo cui “agli oneri per l’attuazione della legge si provvede nei limiti dello stanziamento previsto per remunerare l’incaricato di pubblico servizio per l’attuale gestione, calcolata sui dati storici riscontrati negli ultimi anni e in particolare per il 2022 per euro 9.591.860,72 euro”.

Sulla questione è intervenuta anche parte del centrodestra:

“Cogliamo un eccessivo entusiasmo da parte dei proponenti della legge regionale, oggi approvata in Consiglio con l’astensione di tutto il centrodestra, che trasferisce il Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, dopo oltre 20 anni di proroghe, dalla Fondazione San Raffaele alla ASL di Brindisi (Regione Puglia), vale a dire da una gestione privata a una pubblica, con una premessa indispensabile: non è stata una giunta regionale di centrodestra a prorogare continuamente la gestione al privato” – comincia così la dichiarazione del consigliere regionale brindisino, Luigi Caroli, a nome del gruppo Fratelli d’Italia spiega i motivi del voto di astensione alla nuova legge regionale

“Quando parliamo di salute siamo convinti che al centro ci debba essere solo e unicamente il cittadino, meglio: l’ammalato. Per questo non siamo ultras né della sanità pubblica, né di quella privata convenzionata, ma sempre convinti che le due debbano interagire per assicurare i servizi sanitari e socio-sanitari degni di questo nome. La Fondazione in questi anni ha offerto un servizio che potremmo definire discreto, sicuramente migliorabile, ma un servizio è stato garantito. Ora improvvisamente e misteriosamente, da un momento all’altro, qualcosa deve essersi rotto e come un fulmine a ciel sereno è stata presentata una proposta di legge, oggi approvata, per far passare la gestione al pubblico. Noi incrociamo le dita e speriamo che questo passaggio non comporti un salto nel vuoto e quindi meno servizi – per altro indispensabili in una provincia come quella di Brindisi, con la sanità fanalino di coda della Puglia -, ma qualche dubbio abbiamo tentato di sollevarlo, senza avere molte risposte: che fine fa la gara indetta per la gestione? Il personale come verrà garantito, abbiamo previsto che dal privato al pubblico sia garantito almeno il passaggio del 50%, come sarà scelto? E l’altro 50% (tenuto conto che stiamo parlando di circa 150 lavoratori)? Tenuto conto che a questi lavoratori transiteranno nel pubblico alle condizioni del contratto privato, per cui a parità di ruolo pubblico un dipendente del Centro di Riabilitazione avrà uno stipendio diverso da quello di un dipendente di qualsiasi altra struttura della ASL. E che fine fa la delibera che prevedeva che la gestione alla Fondazione terminasse in concomitanza dell’apertura del Centro risvegli?” – ha concluso Caroli.

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