Solstizio d’estate a Manfredonia: come avviene da secoli, i raggi solari fanno il loro ingresso nell’antica Abbazia di San Leonardo, nel Medioevo frequentata anche dai crociati

Teofania, dal greco theophàneia, composto da theos («dio») e da phàinein («manifestarsi»), letteralmente significa «manifestazione della divinità» in forma sensibile. Altro termine usato in maniera analoga è epifania, dal greco επιφάνεια, epifaneia, che significa «apparizione» della divinità, un concetto tipico di molte religioni.  Quando l’asse di rotazione della Terra è inclinato al massimo verso il Sole, facendo sì che quest’ultimo raggiunga la sua posizione più alta nel cielo assistiamo a questo meraviglioso fenomeno, i raggi solari raggiungono con potenza alcuni specifici punti, regalando a noi umani splendidi fenomeni raccolti in alcune strutture religiose. E’ il caso della chiesa Cattedrale di Bari, di Castel del Monte (Andria) ma anche della storica Abbazia San Leonardo Abate in Lama Volara di Siponto (a Mandredonia, in provincia di Foggia). Come avviene da sempre, nel giorno del Solstizio d’Estate, presso questa antica struttura religiosa è infatti possibile assistere al fenomeno del misterioso raggio di sole più alto dell’anno, catturato attraverso un foro gnomonico di un rosoncino composto da 11 raggi:

Utilizzata come romitorio e ospedale per i pellegrini sin dal XII secolo, in epoca Medievale la Cattedrale rappresentò per i crociati anche un utile luogo di sosta per chi voleva raggiungere la vicina Grotta di San Michele, a Monte Sant’Angelo, prima di partire o al ritorno dalla Terra Santa. Il pensiero del visitatore si incuriosisce e si arricchisce di suggestioni, che aumentano man mano che si avvicina a quell’architettura di pietra dorata mentre assume, proprio durante il periodo estivo, una parzialità irreale, contribuendo così ad aumentare la sequenza di interrogativi. Molto si è parlato di San Leonardo, sin da secoli scorsi, e così Emile Bertaux accenna alla “ricchezza del portale scolpito che immette nella nave di sinistra” il Lenormant pure ne descrive compiutamente lo stile; il Gregorobius scrive che “la chiesa ha una porta bellissima ed una tribuna di puro stile romanico”; Artur Haseloff la definisce:

“mirabile, tutta adorna di splendidi fregi e tralci ed animali”; infine, Alfredo Petrucci nel 1921 ne descrisse ampiamente le vestigia e la analizzò nei dettagli per la sua straordinaria finezza. Le emozioni prodotte sugli studiosi si susseguono ancora oggi, stimolando l’interesse anche del turista contemporaneo che, colto e attento, si lascia sempre più attrarre da percorsi, itinerari che vanno oltre la semplice storicità delle cose; sempre più catturare, grazie alla sete del sapere, da quegli elementi di mistero, di enigma che può suscitare una scultura, un bassorilievo, una traccia di affresco, un’architettura suggestiva.
Lo spunto ci viene dal Tomaiuoli quando afferma, parlando di San Leonardo, che tra le “realizzazioni arcitettoniche dei secoli XII-XIII esiste una sparuta minoranze di chiese con caratteristiche compositive diverse dalle coeve metodologie edilizie”, a questa minoranza, “i cui caratteri costruttivi e stilistici esprimono un mondo culturale a cavallo tra l’oriente latino (Terra Santa) ed il mondo franco che aveva come punto d riferimento il territorio della Puglia”, appartiene la nostra badia. Orientata verso l’asse Est-Ovest, ad orientem come vuole la tradizione cristiana, diviene semplice affiancare alla simbologia sole-luce gli elementi luce-ascensione; “nella tradizione medievale il Cristo è costantemente associato al sole e chiamato sol salutis, sol invictus, e ancora sol occasum nesciens…il sole levante ha grande potenza benefica, vince la notte e le tenebre…al simbolismo del sole è strettamente connesso quello della corona di raggi o corona solare” che viene rappresentata nella volta a botte della navata centrale con un piccolo rosone che scandisce attraverso i suoi undici “petali”, il 21 giugno di ogni anno da circa 10 secoli, l’ingresso del Sole nel Cancro; né più né meno come l’obelisco sul selciato di Piazza San Pietro a Roma, come il rosone della cattedrale di Chartres, nella Francia settendrionale; e, infine, come l’architettura di Castel del Monte, affermano alcuni studiosi, sia stata dettata addirittura dalla meccanica solare, in cui il sole protagonista assoluto, col suo gioco sapiente di luci ed ombre, abbia suggerito le proporzioni del Castello. Sicuramente era conosciuto, sin dall’antichità, il “de Architectura” di Vitruvio che ci parla, nel suo IX libro appunto, degli orologi solari e della gnomonica; come pure, era in vigore in quell’epoca, la concessione geocentrica di Tolomeo secondo il quale la terra è al centro e il Sole le gira intorno. Il momento più suggestivo per noi è allorquando, dalle 12 alle 13 circa del 21 giugno, il raggio di sole evidenzia l’intersezione dell’asse principale della navata centrale con l’asse del bellissimo portale laterale, disegnando in senso orario, sul pavimento della chiesa, una corona luminosa. (Fonte: Archeoclub d’Italia – sezione di Manfredonia – Comune di Manfredonia).

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