Ancora sottoutilizzati, a causa di pregiudizi tanto da parte dei pazienti quanto da parte degli operatori sanitari. Sono i farmaci equivalenti che in regione Puglia registrano una incidenza sulla spesa totale rimborsata dal Servizio sanitario nazionale del 24.9%, al di sotto della media nazionale (32%). Il trend degli ultimi anni è in aumento ma ci sono ancora ampi margini di miglioramento. La road map regionale ‘IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE – CALL TO ACTION’ – organizzata da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Teva, ha fatto tappa in Puglia, e presso l’Asl di Taranto gli stakeholder hanno discusso azioni concrete per aumentare l’uso dei farmaci equivalenti, riducendo i costi per i cittadini e migliorando l’accesso alle cure.
L’ultima analisi pubblicata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Osmed-Aifa 2022) documenta che in Italia si registra ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei, risultando terz’ultima nel confronto con altri 9 Paesi analizzati (Austria, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Francia, Polonia, Portogallo, Svezia e Spagna). Dati più recenti, confermano che quasi un cittadino su tre nutre ancora dubbi sul fatto che i farmaci equivalenti abbiano la stessa efficacia di quelli cosiddetti “di marca” e uno su cinque dichiara che il medico indica sul ricettario solo quest’ultima tipologia. Altri dati: nel 2023 i cittadini hanno versato di tasca propria 1.029 milioni di euro di differenziale di prezzo per ritirare il farmaco “brand” – più costoso – invece che il generico-equivalente – a minor costo – interamente rimborsato dal Servizio sanitario nazionale. Inoltre, la spesa per la compartecipazione risulta generalmente più elevata nelle regioni a basso reddito.
Vito Gregorio Colacicco, Direttore Generale ASL di Taranto ha sottolineato le caratteristiche dei farmaci equivalenti e il loro valore sociale: “L’introduzione dei farmaci equivalenti nel mercato è fondamentale per contenere i costi sanitari e garantire l’accesso ai trattamenti da parte di un numero maggiore di pazienti”. Poi ha aggiunto: “I medicinali equivalenti sono stati inseriti nella cosiddetta Lista di Trasparenza AIFA, nata in seguito all’entrata in vigore del DL n.347 del 18.09.2001 (art. 7) che stabilisce la rimborsabilità da parte del Ssn dei medicinali non coperti da brevetto, e che viene pubblicata ed aggiornata mensilmente (https://www.aifa.gov.it/listedi-trasparenza). Per ogni categoria omogenea di medicinali presente nelle liste di trasparenza viene stabilito un prezzo massimo di riferimento, che rappresenta anche il limite di rimborso da parte del Ssn, per quella categoria. Quindi, attraverso la Lista di Trasparenza è possibile far conoscere al pubblico non solo quali siano i medicinali equivalenti in commercio a base di ogni singolo principio attivo ma anche informare in merito a quale sia il prezzo di riferimento stabilito, importante da conoscere perché corrispondente alla quota massima rimborsata dal Ssn”.
La chiamata all’azione dei farmacisti:
Farmacia e farmacista sono centrali nel consiglio al cittadino/paziente, sia per confermare una terapia, sia per verificare l’aderenza e monitorare l’efficacia. Ma anche: sintonia di azione e di messaggi tra i vari operatori (medici di medicina generale, specialisti e farmacia) anche con protocolli condivisi. Questo è secondo Vito Novielli, Presidente di Federfarma Puglia, il ruolo chiave. Il Presidente di Federfarma Puglia ha evidenziato non solo le principali azioni utili per ampliare la penetrazione del farmaco equivalente ma anche la chiamata all’azione: “Serve fare comprendere il principio della bioequivalenza ed assicurare continuità nei trattamenti anche degli equivalenti, invitare le farmacie a pianificare gli acquisti per assicurare continuità e individuare aziende con listini completi che assicurano approvvigionamenti senza interruzioni”.
Secondo Rossano Brescia, Presidente di Federfarma Provincia Taranto, è indispensabile mettere in atto una serie di azioni volte ad un incremento dell’utilizzo dei farmaci equivalenti, in quanto il loro utilizzo nelle regioni meridionali è al di sotto della media nazionale e nettamente inferiore a quanto dispensato nelle regioni del Nord; ciò comporta un inutile dispendio economico per i cittadini. “Il differente livello di utilizzo dei farmaci equivalenti dipende da una serie di fattori sui quali è indispensabile agire per invertire la tendenza. C’è in alcune regioni una maggiore diffidenza che va superata con un diverso approccio di natura culturale, che coinvolga tutti gli attori del settore” ha spiegato Brescia.
I medici di famiglia ai pazienti: “La scelta del farmaco equivalente e il suo utilizzo fateli in totale tranquillità”.
Il farmaco equivalente, dopo una prima fase di scetticismo, ha avuto sicuramente un incremento nell’uso quotidiano ed oggi, può essere utilizzato in tutta sicurezza. Lo dichiara Antonio Giovanni De Maria, Segretario regionale FIMMG Puglia, spiegando che i dati nella regione Puglia sono abbastanza confortanti ed il trend di utilizzo è sicuramente in netto aumento. “Oggi le resistenze all’uso del farmaco equivalente rispetto al brand sono sicuramente meno eclatanti rispetto al passato. Diciamo che i pazienti si approcciano in maniera più fiduciosa all’ uso del farmaco equivalente. L’ azione che Fimmg fa è spiegare al paziente che l’utilizzo del farmaco equivalente, oggi, da garanzie di efficacia e di sicurezza tali da essere sovrapponibili al brand e quindi la sua scelta ed il suo utilizzo possono essere fatti in totale tranquillità”.
Ignazio Aprile, Segretario FIMMG della provincia di Taranto aggiunge: “Le motivazioni del valore di salute, del valore sociale ed economico del farmaco equivalente sono varie e fortemente acclarate, ora serve agire insieme, ognuno per la propria parte, per accrescere l’uso del farmaco equivalente tra i cittadini, in particolare le fasce più deboli della popolazione”.
Chiara Villani, Delegata Provinciale SIMG Puglia, ha spiegato che i pazienti guardano ancora con diffidenza ai farmaci equivalenti, che sono vittima di un retaggio culturale che affonda le sue radici nella sua stessa denominazione iniziale (generico), in un Paese, l’Italia, in cui il termine “generico” è sintomo di scarso pregio. “Le principali resistenze dei pazienti riguardano l’errata percezione che si tratti di farmaci meno sicuri rispetto ai farmaci branded, meno efficaci e di minore qualità – ha spiegato la dottoressa Villani -. Altri pazienti sono semplicemente poco informati e preferiscono usare ciò su cui hanno maggiore esperienza di utilizzo. Sicuramente è auspicabile in questo ambito, da una parte una maggiore informazione dei cittadini attraverso campagne informative istituzionali, dall’altra un counselling adeguato e capillare da parte di noi medici di medicina generale che siamo prima porta di accesso al Ssn, per sradicare vecchi pregiudizi che legano il farmaco generico esclusivamente a fattori di risparmio economico a scapito di qualità, sicurezza ed efficacia”. Da sempre SIMG investe i suoi sforzi in ricerca e formazione, due attività legate a filo doppio. Ricerca in primis, grazie al centro di ricerca Health Search di SIMG che grazie al suo network dei medici di medicina generale conduce e coordina studi clinici fornendo competenze di carattere clinico, epidemiologico e statistico.
“I frutti di questa ricerca – ha ricordato Chiara Villani – vengono messi al servizio della formazione dei medici di medicina generale, in modo capillare su tutto il territorio nazionale. Siamo fermamente convinti che la formazione del personale medico è il più forte strumento per scardinare le sacche di scetticismo che ancora muovono scelte prescrittive in ambito di farmaci equivalenti. Una classe di medici di medicina generale adeguatamente formata saprà operare scelte più consapevoli e più sostenibili per il nostro Ssn. Questa è la sfida che come SIMG Taranto raccogliamo”.
Alberto Giovanzana, Associate Director Government & Regional Affairs Teva Italia ha ribadito: “Occorre fare sistema tutti insieme, investendo sul farmaco equivalente. Come Teva stiamo lavorando a campagne informative, affinché ci sia una presa di posizione ulteriore rispetto alla presa di coscienza dei cittadini, ma molto possono e devono fare medici e farmacisti, collaborando in sinergia con il servizio farmaceutico territoriale di riferimento”.
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