Alle prime ore di questa mattina il personale della Polizia di Stato , ha dato esecuzione al decreto collegiale di sequestro patrimoniale emesso dal Tribunale di Lecce – sezione misure di prevenzione, a seguito della proposta avanzata dal Questore della provincia di Taranto Michele Davide Sinigaglia a carico di un 47enne tarantino, attualmente detenuto perché condannato dalla Corte d’Assise di Taranto, nel mese di gennaio scorso, all’ergastolo in quanto ritenuto presunto organizzatore dell’omicidio di un imprenditore del posto, accogliendo in pieno le richieste dei Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e della Procura Ordinaria di Taranto. L’attività investigativa, portata avanti dai poliziotti della sezione misure patrimoniali della Divisione Anticrimine, anche con il contributo info-investigativo dei colleghi della Squadra Mobile e delle recenti risultanze processuali cristallizzate dai Sostituti Procuratori delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Lecce e della Procura Ordinaria di Taranto, ha messo in evidenza: – la riconducibilità dell’uomo alla categoria di soggetti aventi non soltanto pericolosità generica, per aver commesso numerosi delitti di natura lucrogenetica, ma anche pericolosità qualificata, proprio perché recentemente condannato alla pena dell’ergastolo per l’omicidio dell’imprenditore Cosimo Nardelli, denotando così una caratura criminale connessa al fatto di rivestire un ruolo fondamentale nella consorteria criminale del territorio tarantino;
– la disponibilità, anche di fatto, in capo al soggetto di numerosi beni immobili, beni mobili registrati e di lusso, rapporti finanziari, il cui valore patrimoniale è risultato sproporzionato ed ingiustificato rispetto al reddito del nucleo familiare dichiarato. Nello specifico. Attività commerciali, una di queste, risultata come punto di ritrovo dei componenti della banda e base operativa della stessa, come emerge dalle immagini di videosorveglianza, immobili adibiti a civile abitazione, autovetture e beni di lusso, come Rolex, e conti correnti postali e bancari. Fatta eccezione per un rapporto finanziario, tutti i beni oggetto del decreto di sequestro prevenzionale erano stati, nell’arco temporale preso in considerazione per la valutazione della pericolosità sociale, fittiziamente intestati a soggetti in cui il proposto riponeva maggiore fiducia, anche se di fatto quest’ultimo ne aveva mantenuto comunque la disponibilità.
Pertanto, in relazione al quadro indiziario probatorio, circa la pericolosità sociale del soggetto e la sperequazione patrimoniale, nella mattinata di oggi, il personale della Divisione Anticrimine della Questura di Taranto, con il supporto operativo dei colleghi specializzati del Servizio Centrale Anticrimine di Roma, del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce, nonché della Divisione PAS, degli operatori della Polizia Scientifica e degli equipaggi della Questura di Taranto, hanno apposto i sigilli agli immobili, nella disponibilità di fatto del proposto, e consentito l’immissione in possesso all’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Lecce, per evitare la dispersione, sottrazione o alienazione degli stessi. Al termine dell’attività operativa, che ha comportato il sequestro patrimoniale per un valore stimato in oltre 1 milione e mezzo di euro, sono state effettuate tutte le operazioni relative alla trascrizione presso i competenti uffici.
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