A Bari donne stuprate tra i 103 migranti sbarcati: nel capoluogo pugliese la fine di un incubo

Poco dopo le nove del mattino, il porto si anima con l’arrivo della nave Humanity One, della Ong tedesca Sos Humanity, che ha portato a termine un’operazione di salvataggio al largo delle coste libiche. Sul molo, il personale sanitario e gli operatori della Croce Rossa si sono preparati per accogliere i 103 migranti, un gruppo che ha vissuto un viaggio lungo e pericoloso, spesso caratterizzato da esperienze traumatiche:

Gravi episodi di stupro tra le testimonianze:

La prima a mettere piede sulla terraferma è una donna, una delle tre presenti a bordo, seguita da una bambina, una dei quindici minori non accompagnati che hanno affrontato questa traversata. La maggior parte dei migranti proviene da paesi come il Bangladesh e l’Eritrea, ma ci sono anche persone dall’Egitto, dal Pakistan e dalla Somalia. Questi individui, spesso soli e senza alcun adulto di riferimento, hanno affrontato un viaggio che ha messo a dura prova la loro resilienza. Le testimonianze raccolte al momento dell’arrivo sono strazianti. Diverse donne hanno raccontato di aver subito violenze durante il periodo di detenzione in Libia, un aspetto che evidenzia la gravità della situazione che molti migranti devono affrontare. Queste esperienze traumatiche non solo segnano il loro passato, ma pongono anche interrogativi sul futuro e sulla necessità di un intervento umanitario efficace. L’arrivo a Bari segna la fine di un incubo per questi migranti, ma rappresenta anche l’inizio di un nuovo capitolo, in cui la speranza di una vita migliore si intreccia con le cicatrici del passato.

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