Ucciso a Barletta, i suoi beni da due milioni intestati agli eredi sequestrati dai Carabinieri

Il 26 maggio scorso, i militari dell’Arma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un importante decreto di confisca emesso dal Tribunale di Bari, Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Bari – Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento riguarda un noto esponente della criminalità organizzata, deceduto il 15 gennaio 2019 a Barletta in seguito a un agguato mortale. L’uomo era considerato un elemento di spicco del clan a lui omonimo, ed era stato più volte indagato e condannato per aver promosso e diretto un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La confisca di ieri è il risultato di un’ordinanza del Tribunale che ha accolto le risultanze investigative dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari:

Le indagini hanno dimostrato in modo chiaro come il patrimonio, già sequestrato il 21 aprile 2023 e formalmente intestato agli eredi del deceduto, fosse stato realizzato attraverso il reimpiego dei proventi derivanti dal traffico di droga. Il valore complessivo del patrimonio confiscato è stimato in circa 2 milioni di euro e comprende sette unità immobiliari, tra cui una villa e tre lussuosi appartamenti, oltre a due autovetture e disponibilità bancarie per un totale di oltre 476.000 euro. Le indagini hanno rivelato le modalità operative attraverso le quali l’uomo deceduto, attivo nel crimine sin dagli anni ’90, ha “ripulito” i proventi illeciti, spesso con l’aiuto dei suoi familiari, in netto contrasto con i redditi dichiarati ai fini fiscali. Questo lavoro investigativo non solo devolve ingenti somme di denaro allo Stato, ma rappresenta anche un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata, essendo il primo provvedimento ablatorio eseguito in Puglia e tra i primi a livello nazionale nei confronti degli eredi di un criminale. Il risultato dell’operazione del 26 maggio è il frutto di una sinergia tra magistratura e forze dell’ordine, specializzate nelle indagini patrimoniali. Questo approccio non solo mira a prevenire e reprimere la criminalità, ma si avvale anche di indagini finanziarie e patrimoniali, strumenti essenziali per combattere le nuove e più subdole manifestazioni delle mafie. La confisca di beni illeciti rappresenta un chiaro messaggio: lo Stato è determinato a riprendersi ciò che è stato guadagnato illegalmente e a colpire le fondamenta economiche della criminalità organizzata.

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