Puglia: arrestati vicesindaco di Poggiorsini e i sindaci di Villa Castelli e Torchiarolo – tangenti in cambio di appalti – VIDEO

Appalti per la gestione dei rifiuti in cambio di mazzette. Arrestati in Puglia dai Carabinieri due sindaci, uno di Torchiarolo e l’altro di Villa Castelli, Nicola Serinelli e Vitantonio Caliandro, e due vicesindaci, uno di Poggiorsini Giovanbattista Selvaggi e l’altro di Torchiarolo Maurizio Nicolardi, per reati contro la Pubblica Amministrazione.  Coinvolti nell’inchiesta anche vari dirigenti di uffici tecnici comunali e il direttore generale dell’azienda di servizi ecologici di Manfredonia Giuseppe Velluzzi.

Le indagini, iniziate nel novembre 2014, hanno consentito di individuare una presunta associazione per delinquere finalizzata a compiere reati contro la Pubblica Amministrazione, tra cui la corruzione, con favori concessi da amministratori pubblici ad una società di rifiuti di Carovigno,  finanziamento illecito dei partiti, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, e persino favoreggiamento della prostituzione. L’ordinanza viene eseguita in diversi comuni delle province di Brindisi e Bari e a Potenza.

In tutto 12 arresti fra cui il sindaco e il vicesindaco di Torchiarolo, rispettivamente Nicola Serinelli Maurizio Nicolardi; il sindaco di Villa Castelli, Vitantonio Caliandro; il vicesindaco di Poggiorsini (Area metropolitana di Bari), Giovanbattista Selvaggi; l’ex direttore generale dell’Azienda di servizi ecologici-Ase di Manfredonia (un’azienda totalmente estranea alla vicenda), Giuseppe Velluzzi, consulente esterno di diversi Comuni pugliesi; il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Squinzano, Michele Zaccaria, e vari altri incaricati di pubblico servizio. Promotori dell’associazione per delinquere, secondo gli investigatori, sarebbero Angelo Pacere e Pasquale Leobilla, teoricamente dipendenti della Rete Servizi ma che in realtà ne sarebbero gli effettivi gestori, finiti entrambi in carcere. Ventisette in totale le persone indagate.

La Procura di Brindisi ha contestato agli indagati anche una serie di altri reati, tra questi quello di finanziamento illecito ai partiti, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e addirittura favoreggiamento della prostituzione. Del singolare episodio di cronaca ne ha parlato anche il servizio RAI che linkiamo qui sotto: