Puglia: ricostruito l’esofago ad una bimba di due anni. Delicato intervento al “Vito Fazzi” di Lecce

Un nuovo traguardo in Chirurgia Pediatrica: è la prima volta in Salento. In sala operatoria lo specialista prof. Adrian Bianchi, l’équipe del chirurgo pediatrico Carlo Rossi e il team di Anestesia e Rianimazione del dr. Giuseppe Pulito
Quando la piccola Maria (nome di fantasia) potrà tornare a mangiare normalmente sarà un gran giorno. Sarà un po’ come nascere un’altra volta, potenza delle coincidenze, perché proprio nel giorno del suo secondo compleanno, il 29 marzo, è stata sottoposta ad un delicatissimo intervento chirurgico per la ricostruzione dell’esofago che le consentirà, una volta completata la riabilitazione, di alimentarsi dalla bocca come fanno tutti i bambini. Nella Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale “Vito Fazzi” hanno preparato l’intervento da tempo, aspettando che arrivasse il momento e la crescita giusti per la paziente e che l’équipe fosse al completo per affrontare la prima operazione del genere in Salento.

«E’ la prima volta – conferma il dr. Carlo Rossi, direttore della Chirurgia Pediatrica – che viene realizzato un intervento così complesso a Lecce e in tutto il Salento». Eccezionale anche per la presenza in sala operatoria del prof. Adrian Bianchi, maltese, specialista della chirurgia pediatrica che ha lavorato per anni al Royal Manchester Children’s University Hospital e che oggi, ormai in pensione, gira il mondo per mettere a disposizione gratuitamente la sua enorme esperienza.

La definizione tecnica è Atresia esofagea di primo tipo (long-gap). Si tratta, in sostanza, di ricostruire l’esofago mancante ad una paziente nata con un moncone di esofago scollegato dallo stomaco. L’intervento consiste nell’allungare il digiuno (o lo stomaco)  e collegato all’esofago nativo. “Un intervento di questa natura – dice Rossi – è possibile quando il bambino raggiunge e mantiene bene la postura eretta, di qui l’attesa di due anni: ora la piccola sta seduta e ha un buon tono muscolare, perciò è stato possibile affrontare questa operazione complicatissima. L’obiettivo  è restituire alla bambina la possibilità di alimentarsi e nell’attesa che ciò sia possibile dovrà farlo attraverso un catetere venoso centrale”. Un percorso lungo e non semplice. La bambina resterà in terapia intensiva per qualche giorno.