Militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari ed appartenenti al Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Bari, Ravenna e Reparti dipendenti stanno eseguendo dalle prime ore di questa mattina 2 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un funzionario pubblico e di un rappresentante di una società di costruzioni entrambi responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali. Le indagini, nelle quali sono coinvolti oltre 60 indagati, hanno portato al sequestro dell’area destinata al nuovo porto commerciale di Molfetta, per il quale sono stati stanziati finanziamenti pubblici per un valore di circa 150 milioni di euro. L’opera non avrebbe potuto nè essere realizzata, né tantomeno ottenere finanziamenti pubblici. In primis perché nei fondali della nuova area c’è presenza di ordigni bellici, motivo per il quale prima dell’inizio dei lavori sarebbe stata necessaria la bonifica della zona. In secondo luogo il Comune di Molfetta non avrebbe dichiarato che l’area del nuovo porto commerciale è sottoposta a vincolo paesaggistico. Questa mattina sono stati apposti i sigilli alla zona in questione. In manette sono finiti l’ex dirigente del settore lavori pubblici del Comune di Molfetta Vincenzo Balducci e l’imprenditore Giorgio Calderoni, rappresentante della Cooperativa Muratori & Cemetisti C.M.C con sede a Ravenna. Tra i 60 indagati figura anche l’attuale Presidente della V Commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini, ex Sindaco di Molfetta. L’indagine è partita nel 2010 a seguito di una denuncia all’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture di Roma in merito a presunte irregolarità nel contratto di appalto dell’opera . Le indagini hanno evidenziato che a fronte di un preventivo costi dell’opera di 72 milioni di euro, l’esborso di denaro pubblico complessivo ammonta a 147 milioni di euro. Il Comune di Molfetta avrebbe incassato complessivamente 83 milioni di euro, dei quali solo 42 sarebbero stati spesi materialmente per il porto. Il resto dei soldi, pervenuti in comune sin dal 2001 con il solo scopo di completare la diga foranea di Molfetta, in realtà venivano confluiti fittiziamente in voci del bilancio comunale rendendo possibile il pareggio dei conti. Senza quei soldi il comune di Molfetta avrebbe rischiato il default.