Il piccolo, di un comune nei pressi di Galatina, era arrivato al Fazzi attorno alla mezzanotte. Aveva inspiegabilmente ingoiato un bottone che si era fermato di traverso all’altezza del tratto cervicale dell’esofago. I genitori, comprensibilmente preoccupati ma composti, si sono affidati da subito all’equipe di Endoscopia Digestiva che, nonostante la pandemia da Covid-19, si è subito attivata per estrarre il corpo estraneo.
«Il rischio – spiega il medico gastroenterologo che è intervenuto prontamente – era che il bottone con un conato di vomito o con un colpo di tosse, finisse nelle vie aeree e provocasse un soffocamento. Oppure, poteva restare incastrato e danneggiare l’esofago con il decubito fino a perforarlo. Ovviamente – aggiunge – ostruiva il passaggio del cibo». Contrariamente a quanto si può pensare, anche nel periodo della pandemia da Covid-19, il reparto di Endoscopia digestiva, che è una specialità della Chirurgia, è sempre stato in prima linea.
«Non è stato semplice per me rimuoverlo– ricorda con trepidazione il medico – perché lo spazio è pochissimo. Ho dovuto assicurarlo con una speciale pinza e nella fase estrattiva bisogna stare attentissimi a non danneggiare le delicate strutture del piccolo». Adesso il bambino è ricoverato in Chirurgia pediatrica, mentre i genitori e l’intera equipe dell’Endoscopia hanno potuto tirare un grande sospiro di sollievo. Una dimostrazione che al “Vito Fazzi” di Lecce, non si è fermi a fare soltanto la guerra al Covid-19.
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