Hanno subito maltrattamenti e discriminazioni soltanto perché positivi al nuovo coronavirus virus Sars-CoV-2. Lo denuncia pubblicamente una famiglia residente nel barese, che non ha nascosto il rammarico ed il senso di disagio per quanto accaduto:
Protagonista della discutibile vicenda – riporta la Gazzetta – è una famiglia residente a Molfetta ma originaria degli Stati Uniti d’America. Proprio a causa delle origini straniere, nessun familiare ha potuto aiutarli dopo aver ricevuto l’esito positivo dei tamponi effettuati su tutti i componenti del nucleo familiare. L’episodio, racconta la testata giornalistica telematica, è cominciato con alcuni sintomi accusati dal padre di famiglia:
L’uomo, camionista, ha infatti effettuato il tampone dopo aver accusato tosse e febbre molto alta. In seguito, è stato necessario l’utilizzo di ossigeno. Dopo l’esito positivo dei tamponi, denunciano, sono stati trattati “come degli appestati” dagli altri condomini, subendo maltrattamenti e persino parolacce. La famiglia ha denunciato di non aver ricevuto aiuti da parte dei vicini di casa dopo aver segnalato la necessità di raccogliere farmaci per i due figli piccoli. Fortunatamente, la questione si è poi risolta con l’intervento di altre persone:
Sul posto, infatti, sono poi intervenuti alcuni volontari esterni che hanno offerto sostegno con i beni di prima necessità e anche sostegno economico. Una storia che termina a lieto fine se non fosse per il discutibile atteggiamento di coloro che per primi avrebbero dovuto solidarizzare e invece, forse presi anche da un’eccessiva forma di paura ingiustificata (la cosa importante, in questi casi, è non avere contatti fisici, non maltrattare i malati!) hanno assunto un comportamento per nulla esemplare. Per fortuna, nella nostra regione ci sono anche tante persone perbene e volenterose.
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