Barletta: morire al freddo e in solitudine. Storia di un dramma moderno. Sindaco: “povertà aumentata”. La testimonianza di un conoscente – video

Morire per il freddo – anche se gli investigatori non avrebbero escluso del tutto altre piste, l’ipotesi di una morte causata dall’ondata di gelo per un uomo tra i 40 ed i 50 anni di età di origini extracomunitarie, trovato privo di vita nei giorni scorsi nella vecchia struttura abbandonata un tempo utilizzata per il trasporto di sale mediante teleferica e situata sul lungomare “Mennea” (Ponente) di Barletta, lascia sotto shock un’intera comunità. Secondo quanto dichiarato da un uomo intervistato da un’emittente televisiva locale, il defunto era ben conosciuto in città:

Eppure, nessuno lo ha aiutato e il cittadino extracomunitario è morto in silenzio. Si tratterebe di uno dei tanti esseri umani giunti nel nostro paese con la speranza di un futuro migliore. Quest’anno, la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria avrebbe compromesso anhe i programmi di alcune attività agricole, mettendo in difficoltà anche chi, evidentemente, contava sulle attività stagionali di bracciante per racimolare qualche soldo ed andare avanti. Il peggioramento delle condizioni economiche avrebbe costretto taluni a restare isolati in ruderi che, con l’emergenza freddo e neve dei giorni scorsi, ha messo in seria difficoltà i senzatetto. E’ in questo contesto che si è verificata la tragedia. Di certo, questo non può essere un modello di “accoglienza” che andrebbe invece rivisto e migliorato per evitare l’isolamento di chi, altrimenti, rischia la vita. A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un video diffuso su YouTube da un’emittente televisiva locale che la rilasciato un’importante testimonianza:

Sull’episodio è intervenuto anche il Sindaco di Barletta: “Dal confort delle nostre esistenze diventa difficile immaginare che di freddo si possa morire, che ci siano persone che non hanno un luogo dove andare a trovare riparo. È grande il dolore per la morte di quell’uomo, di cui non conosciamo neanche il nome, la storia, l’età. Non c’è nulla di giusto e normale in tutto questo. Ci dispiace che la sua esistenza sia cessata in solitudine, senza nessuno che gli tenesse una mano. La sua morte è una sconfitta per tutti noi” – ha dichiarato Cosimo Cannito, che ha poi aggiunto:

“L’Amministrazione comunale farà la sua parte, ci premureremo di metterci in contatto con i familiari di quest’uomo e ci occuperemo della sua sepoltura. Esistono, però, nella nostra città, luoghi che l’Amministrazione comunale sostiene e finanzia, come la Caritas, che offrono un rifugio a chi ne ha bisogno, ma la povertà e le situazioni di disagio sono aumentate e probabilmente non tutti riescono ad essere accolti e la pandemia non aiuta. Sono tanti gli angoli, i ruderi, le strade che offrono un riparo di fortuna a queste persone disperate, né glielo si può impedire senza offrire loro alternative dignitose, che il comune non ha. Quel casolare, di proprietà del demanio marittimo, non è di certo un rifugio sicuro, ma spesso è l’unico che queste persone trovano. Si coglie l’occasione per ringraziare tutti i volontari per l’enorme impegno, soprattutto le unità di strada che si prodigano per raggiungere, fra i poveri, quelli più disperati” – ha concluso il Sindaco di Barletta.

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