Sventato attacco dinamitardo a Molfetta

Un chilo di tritolo per sventrare una ditta di import-export e costringerla, con ogni probabilità, a cedere a una qualche forma di richiesta estorsiva. Era questo il progetto criminale di quattro persone, tre albanesi e un italiano, arrestate dagli uomini della Guardia di Finanza, a Molfetta, poco prima di mettere in pratica il piano. Proprio a Molfetta, all’inizio di giugno, c’era stato un attentato dinamitardo, stavolta portato a termine: una bomba carta posizionata in corrispondenza della casa di un sorvegliato speciale molfettese, pare per motivi personali. Stavolta l’obiettivo non era in città. Stando a quanto appurato dalle Fiamme Gialle, infatti, il bersaglio era una grossa ditta di import-export di Fondi, in provincia di Latina. I militari hanno intercettato in un primo momento i due probabili esecutori materiali, un albanese di 27 anni e un rumeno di 28, sorpresi a Molfetta mercoledì scorso mentre si immettevano sulla A14, proprio in direzione Latina. A bordo dell’auto fu trovato un chilo di tritolo con tanto di miccia e detonatore. Il tutto era contenuto in una scatola di metallo, i cui frammenti, dopo l’esplosione, avrebbero potuto ferire o uccidere diversi passanti. A seguito delle indagini, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari hanno poi individuato, sempre a Molfetta, i due presunti mandanti: un molfettese di 38 anni e una albanese di 28, entrambi, secondo gli inquirenti, coinvolti nella vicenda e sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria. Le indagini proseguono e nel frattempo sono stati intensificati i controlli nei pressi della ditta in provincia di Latina bersaglio del possibile attentato.