Nei mesi scorsi sono serviti a sollevare la questione, ma i tentativi di spegnimento degli incendi sotterranei in Contrada Monachelle a Trani sono purtroppo andati in gran parte a vuoto: parliamo di residui di oli minerali e idrocarburi sversati illecitamente e ora causa di incendi di fatto inestinguibili. Una situazione drammatica che sta preoccupando la popolazione e non solo: con temperature stimate sui 400 gradi, infatti, il rischio esplosione sarebbe costante. Il tutto avviene in un terreno non lontano dalle coltivazioni.
“C’è poi la teoria dei dieci metri; il sindaco, in consiglio comunale, ha dichiarato che l’aria è nociva ma solo nel raggio di 10 metri. A meno che non siamo in presenza di una nuova unità di misura, il metro di Trani, dieci metri è una distanza palesemente esigua. Non sappiamo ancora cosa ci sia lì sotto ma sappiamo che non è nociva oltre i dieci metri” – si legge sulla Pagina Facebook del Comitato “Chiudiamo la discarica” che nei giorni scorsi è tornato a manifestare.
“Ma” – proseguono dal comitato – “siamo in piazza per la tutela dell’ambiente in toto. Le nostre richieste sono chiare e precise e sono sempre le stesse:
– La chiusura definitiva della discarica
A questo proposito, poiché abbiamo letto che la discarica è chiusa per opera dell’ordinanza del sindaco, è doveroso specificare che la discarica è stata chiusa nel settembre 2014 su disposizione della regione;
i carabinieri del NOE di Bari a gennaio 2015, ritenendo “incombente e concreto il pericolo di esplosione della discarica, a causa della mancata realizzazione di impianto di captazione del biogas prodotto dalla decomposizione dei rifiuti” stoccati, sequestrarono la discarica Amiu.
Ad aprile 2015 con un atto dirigenziale, il dirigente per la Sicurezza e la Tutela dell’Ambiente della Regione Puglia, Giuseppe Maestri, rese noto di revocare l’Autorizzazione Integrata Ambientale all’Amiu per la gestione della discarica non avendo la stessa società ottemperato a quanto prescritto nel precedente atto di diffida e di sospensione.
Quindi la discarica è chiusa da tempo, lì non può entrare neanche un sacchetto vuoto.
Adesso, dopo tre anni, iniziano i lavori del piano di caratterizzazione che altro non è la verifica del danno.
A cosa assistiamo invece ? A i soliti toni trionfalistici e alla velate dichiarazioni che lasciano intendere la possibilità della riapertura della discarica stessa, sia nelle parole del sindaco che dell’amministratore AMIU ing. Guadagnolo.
E’ bene ricordare che l’ordinanza del sindaco parla di chiusura definitiva, quella che noi richiediamo.
Inoltre In data 7 aprile 2016 ‘AMIU presentava al Servizio Rischio Industriale della Regione il progetto definitivo relativo agli “interventi finalizzati alla chiusura definitiva dell’impianto di discarica e installazioni tecnologiche necessarie alla fase di post gestione della discarica sita in Trani – Loc. Puro Vecchio.
Quindi, in sostanza, AMIU chiede la chiusura definitiva e, nel contempo, si mostra possibilista sulla sua riapertura. Tutto questo senza ancora conoscere quanto realmente accaduto alla discarica.
Attendiamo di conoscere quanto prima la data in cui una nostra rappresentanza potrà effettuare sopralluogo presso la discarica comunale nonché essere presente ai prelievi per le analisi, come richiesto in data 15 gennaio 2018.
– Chiediamo la bonifica urgente della cava dei veleni bis, il censimento e controllo delle cave , il monitoraggio dell’aria
Riteniamo urgente il monitoraggio della falda sotto la cava fumante.
– La bonifica dell’amianto
Ci piacerebbe conoscere a che punto è la questione Supercinema.
– L’avvio della raccolta differenziata
Siamo il fanalino di coda della BAT.
Dovremmo tornare ai fasti dichiarativi del 2013 quando Di Gregorio con forza diceva che la raccolta differenziata va fatta per legge. Siamo nel 2018, nel frattempo è cambiata la legge o è cambiato Di Gregorio ?
– L’attuazione della strategia rifiuti zero,
deliberata da questa amministrazione e che è rimasta sulla carta. Per coerenza dovrebbe essere annullata
– Riattivazione della commissione sanitaria
Lo abbiamo chiesto da tempo, ma non hanno voluto ascoltare, ci chiediamo perché, ci chiediamo quali ostacoli insormontabili ci siano.
Abbiamo inoltre qualche domanda:
1. Perché ARPA non ha mai pubblicato i dati del pozzo P6V nel 2017 ?
2. Perché il capping copre solo parte dei rifiuti e perché è provvisorio ?
3. Per ottenere il finanziamento regionale è obbligatoria l’ultimazione della caratterizzazione ?
4. La vasca di fondo cava sarà il futuro lotto 4 ?”