Emiliano attaccato dal PD per aver detto: “programma Lega-M5S compatibile”

“L’approvazione della relazione di Maurizio Martina, che ha chiesto all’assemblea un mandato pieno a guidare il partito fino al congresso e il rinvio dell’ordine del giorno, è un segno di debolezza della ex maggioranza renziana. Oggi si è plasticamente rappresentata una nuova maggioranza in assemblea. Auguriamo un buon lavoro al segretario che ha ricevuto il 97 per cento del consenso su una linea di discontinuità e cambiamento. Renzi oggi, anziché confrontarsi in assemblea come hanno fatto tutti, ha preferito andar via, sottraendosi al voto e al confronto” – è il commento di una nota di Fronte Democratico, l’area Pd vicina al governatore della Puglia Michele Emiliano, che nei giorni scorsi ha causato uno “scandalo” tra i dem a causa delle sue dichiarazioni. Per Emiliano il programma di governo firmato da Lega e Movimento 5 Stelle sarebbe “condivisibile” anche a fronte della mancata decarbonizzazione dell’Ilva, argomento dolente per il Presidente della Regione Puglia, che nel corso di un’intervista televisiva ha ricordato di non essere mai stato invitato al tavolo con l’ormai ex Ministro Calenda, intenzionato a vendere l’acciaieria ad una multinazionale (progetto al momento accantonato). Lo stesso Emiliano avrebbe criticato la scelta di Renzi di non aprire al M5S, dando così di fatto il via libera al governo con i leghisti. Nei mesi scorsi Emiliano aveva persino dimostrato apertura su eventuali iniziative per il potenziamento dell’autonomia della Regione Puglia, strizzando così l’occhio alle regioni governate dalla Lega che dell’autonomia fa del suo cavallo di battaglia da sempre. Senza contare il precedente affondo sull’Ilva: “Il PD a Taranto ha avuto soldi dai Riva e non li ha mai restituiti” – dichiarò il governatore visibilmente irritato. Insomma, Emiliano parla più come un pentastellato e resta da chiedersi come e perché sia ancora presente in un PD che non sembra interessato a dargli visibilità a livello nazionale.

Nel frattempo, tregua nel PD nazionale – L’assemblea del Pd ha infatti approvato all’unanimità la relazione del segretario reggente Maurizio Martina, che resta in carica. I voti a favore sono stati 294, nessun contrario, 8 astenuti. Orfini ha messo in votazione la relazione di Martina “ringraziandolo per il lavoro che ha fatto fin qui e che continuerà a fare” nelle prossime settimane. L’assemblea è stata poi chiusa. Nel corso della votazione di inizio assemblea, quella sull’ordine del giorno che rimandava la discussione sul segretario, avevano votato 624 delegati, di questi 397 per lo slittamento e 221 contro, 6 astenuti. Hanno votato per modificare l’ordine del giorno i renziani, ma anche l’area guidata da Dario Franceschini e la vasta schiera di ministri che guardano al titolare della cultura, come Marco Minniti. Soprattutto, vota per il nuovo ordine del giorno il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Votano Andrea Orlando, che avrebbe voluto l’elezione di Martina, l’area guidata dal governatore pugliese Michele Emiliano e anche parte dei renziani, come confidano fonti parlamentari vicine all’ex segretario. E’ la certificazione della tregua.

Anche Matteo Renzi è “contento” del fatto che l’assemblea abbia deciso di evitare divisioni. Ha vinto la linea di chi, come lo stesso Renzi, Gentiloni e Minniti, chiedevano di congelare il dibattito interno, è in sintesi la riflessione dell’ex segretario. “Unità e pace interna raggiunta, un risultato importante”. Restano le tensioni tra il PD pugliese ed Emiliano: